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Da Pirelli a Italcementi: ecco i marchi italiani finiti in mani straniere

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NON SOLO PININFARINA

Da Pirelli a Italcementi: ecco i marchi italiani finiti in mani straniere

Il made in Italy finisce sempre più spesso in mani straniere. E alimenta il dibattito tra chi plaude alle operazioni come un segnale di attrattività dell’Italia e chi invece le interpreta come una spia di debolezza dell’imprenditoria italiana, costretta a vendere (o svendere) i gioielli di casa per mancanza di capitali. Ieri Pininfarina è passata agli indiani, nei mesi scorsi Italcementi ai tedeschi e Pirelli ai cinesi. Sono solo gli ultimi grandi nomi italiani finiti sotto il controllo di colossi stranieri: secondo uno studio Eurispes, i marchi del «made in Italy» che hanno cambiato bandiera sono più di 430. Ecco le principali operazioni di quest’anno, con un cenno anche a quelle meno recenti.

Industria
Sono diversi gli storici gruppi che hanno trovato quest'anno una nuova proprietà. Prima di Pininfarina, è toccato a Pirelli annunciare l'accordo con il gruppo cinese ChemChina, mentre la famiglia Pesenti cederà Italcementi al gruppo tedesco Heidelbergcement. Finmeccanica ha annunciato a sua volta la vendita di Ansaldo Sts e Ansaldo Breda a Hitachi, mentre la famiglia Benetton ha ceduto World duty free alla svizzera Dufry. Il 49% di Alitalia è da circa un anno nelle mani della compagnia degli Emirati Etihad, così come Indesit è passata dai Merloni a Whirpool; negli anni scorsi, i francesi di Edf si erano invece aggiudicati la milanese Edison.

Moda e lusso
Se pochi giorni fa il finanziere Andrea Bonomi ha riportato in patria le calzature di Sergio Rossi, è stato il lusso negli ultimi anni il principale terreno di conquista per gli investitori esteri. Il gruppo francese Louis Vuitton Moet Hennessy (Lvmh) ha rilevato negli anni Fendi (1999), Pucci (2000), Bulgari (2011), Loro Piana e la storica pasticceria milanese di via Montenapoleone Cova (2013). Il grande rivale Henri Pinault, con Kering, possiede invece Gucci (2004), Bottega Veneta, Richard Ginori (2013, tramite Gucci), Pomellato (2013) e Brioni. Valentino fa capo all'emiro del Qatar, che l'ha rilevata nell'estate 2012 dalla famiglia Marzotto e dal fondo Permira. Gli occhiali di Safilo sono invece dal 2009 di proprieta' del gruppo olandese Hal; Poltrona Frau è passata dai Montezemolo alla statunitense Haworth. E ancora Krizia ceduta da Mariuccia Mandelli, recentemente scomparsa, al gruppo cinese Shenzen Marisfrolg Fashion nel febbraio 2014.

Alimentare
Unilever ha aggiunto nel corso del 2015 i gelati di Grom al suo portafoglio, che già includeva storici nomi italiani come Algida. Grande scalpore destò la battaglia su Parmalat, finita sotto il controllo dei francesi di Lactalis. Più di recente, la salita del fondo britannico Cvc partners nella spagnola Deoleo ha fatto nuovamente cambiare nazionalità a marchi dell'olio come Sasso, Bertolli e Carapelli.

Telecomunicazioni
I francesi hanno ormai il controllo di Telecom: il primo azionista del gruppo italiano è Vivendi di Vincent Bollorè (con il 20,1%) e la seconda quota rilevante è quella di Xavier Niel (titolare di una partecipazione potenziale pari al 15% del capitale). Negli anni scorsi Swisscom aveva comprato Fastweb e Vodafone ha rilevato Omnitel.

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