Finanza & Mercati

Borse, Milano la migliore (+3,74%). Wall Street…

  • Abbonati
  • Accedi
la giornata dei mercati

Borse, Milano la migliore (+3,74%). Wall Street positiva con petrolio che torna vicino 38 $

  • –con un post di Fed Watcher dal blog Econopoly
Andamento titoli
Vedi altro

Le Borse europee rimbalzano dopo aver perso il 10% in 10 giorni. Il FTSE MIB ha chiuso con un rialzo del 3,74% vestendo la maglia rosa di giornata tra i listini europei, trascinato dal recupero di bancari ed energetici ma, più in generale, da un rialzo corale di tutti i settori. Si sono mossi n forte rialzo anche gli altri indici europei mentre il Nikkei di Tokyo ha chiuso a -1,7%.

Chiusura in territorio positivo per Wall Street. Il Dow Jones sale dello 0,91% a 17.526,24 punti, il Nasdaq avanza dello 0,87% a 4.995,36 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso un progresso dell'1,06% a 2.043,43 punti.

A fare da traino è il greggio (+4,24% a 37,85 dollari al barile), che rimbalzando sostiene il settore energetico (+2,75%). Tra gli investitori è ritornata la propensione al rischio alla vigilia di una decisione che potrebbe essere storica: la Federal Reserve potrebbe annunciare il primo rialzo dei tassi dal 2006. Esso sarebbe, per citare il governatore Janet Yellen, la dimostrazione di come l'economia Usa “ha fatto molta strada” nel risollevarsi dalla crisi finanziaria del 2008-2009, la peggiore dalla Grande Depressione degli anni '30. «In quel senso», aveva detto a inizio mese, «mi aspetto che tutti siano impazienti di vedere quel giorno» arrivare. A cementare le attese oggi è stato il dato core dell'indice dei prezzi al consumo, a novembre saliti su base annuale del 2%, il target fissato dalla Fed per definire una stabilità dei prezzi.

Tra i singoli titoli a Piazza Affari in evidenza Telecom Italia nel giorno dell’assemblea dei soci. Forti acquisti anche su Fca che a novembre ha riportato dati di immatricolazioni in Europa migliori della media del mercato.

Sul mercato valutario l’euro resta sopra 1,10 dollari alla vigilia del verdetto sui tassi della Federal Reserve. Oggi inizia il Fomc (Federal open market commettee) ma la decisione sui tassi arriverà domani sera alle 20.

Sul mercato obbligazionario lo spread tra BTp e Bund viaggia di poco sopra i 100 punti base (rendimenti dei bond dell’Eurozona).

Gli indicatori di fiducia aiutano il rimbalzo dei listini. Sale ancora infatti l'indice tedesco Zew, che monitora il morale degli investitori tedeschi sulle attese economiche, a 16,1 da 10,4 punti di novembre e da 1,9 punti di ottobre, che aveva registrato il livello più basso da ottobre 2014. Il dato è migliore delle attese del mercato che si aspettava una crescita attorno ai 15 punti. L'indice sulla situazione corrente recupera a 55 da 54,4 di novembre. Secondo gli intervistati per l'indice Zew l'economia è «sufficientemente robusta» per affrontare le sfide del 2016. Nel primo pomeriggio il focus si sposta sull'inflazione Usa. Per l'indice dei prezzi al consumo di novembre è atteso un incremento dello 0,4% tendenziale da 0,2% di ottobre, mentre per il dato 'core' le stime indicano un +2% dal precedente +1,9%.

Continua il rimbalzo del petrolio. Se ieri era riuscito ad archiviare in rialzo una seduta particolarmente volatile mettendo fine a una serie di sei giornate consecutive in calo, oggi il greggio avanza spedito fungendo da traino al settore energetico. Il contratto a gennaio segna un +2,34% a 37,16 dollari al barile. Soltanto ieri era sceso a livello intraday sotto i 35 dollari al barile per la prima volta dal febbraio 2009. Nonostante il rally odierno, resta la cautela tra gli operatori di Borsa. Moody's prevede che nel 2016 il Wti viaggi in media a 40 dollari al barile e non più a 48 dollari. Dal canto suo gli analisti di Citi mettono in guardia su “molta volatilita'” aspettandosi un “primo trimestre particolarmente debole”. I fondamentali d'altra parte non sono cambiati: le scorte mondiali sono in eccesso e lo saranno ancora di piu' non appena l'Iran inizierà a pompare nel mercato il suo greggio; l'autunno è stato particolarmente tiepido; l'Opec, che a inizio mese ha deciso di lasciare invariata la produzione, a novembre ha prodotto al passo piu' rapido dal 2012.

© Riproduzione riservata