Andamento titoli
Vedi altroLe Borse europee chiudono con un calo superiore al percentuale, in scia alla debolezza di Wall Street di ieri sera e della Borsa di Tokyo che questa mattina (ora italiana) ha terminato gli scambi con un ribasso dell'1,9%. Il FTSE MIB ha ceduto l’1,31%. Chiusura in territorio negativo anche per Wall Street. Il Dow Jones perde il 2,12% a 17.125,58 punti, il Nasdaq cede l'1,59% a 4.923,08 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,8% a 2.006 punti
Sui mercati prevale la volatilità dato che oggi scadono le opzioni dell'ultimo trimestre e dell'ultimo mese su futures e indici, le cosiddette “Tre streghe” che stanno condizionando anche Wall Street che ha aperto in rosso.
Ad appesantire il quadro le notizie che arrivano dall’Ucraina che ha annunciato che non intende onorare il suo debito di tre miliardi con la Russia, alimentando il braccio di ferro con Mosca che ha preannunciato che ricorrerà in giudizio contro Kiev. «Il governo ucraino sta imponendo una moratoria sul rimborso del cosiddetto debito russo», ha dichiarato il primo ministro Arseniy Yatsenyuk durante un vertice di governo, «Da oggi stiamo sospendendo i pagamenti su questo debito».
L’Ucraina, che aveva proposto una ristrutturazione del proprio debito che quasi tutti i creditori (eccetto Mosca) avevano accettato, avrebbe dovuto pagare 3 miliardi di dollari in titoli di stato alla Russia entro domenica 20 dicembre.
Il petrolio resta ancora debole con il Wti sotto i 35 dollari al barile e il Brent a 37. I prezzi del petrolio rimbalzeranno dai minimi attuali ma resteranno sotto quota 100 dollari al barile anche nel lungo termine. È la previsione dell'Opec, che stima inoltre una ripresa della domanda superiore alle attuali previsioni. Secondo quanto emerge dagli estratti del World Oil Outlook, che sarà pubblicato il 23 dicembre, l'organizzazione dei Paesi esportatori prevede che il barile di riferimento prodotto dai proprio membri si attesterà a oltre 70 dollari nel 2020 e a 95 nel 2040. Sul fronte della produzione, infine, le attese sono per 40,7 milioni di barili al giorno nel 2040, per un incremento di un milione di barili al giorno rispetto ai livelli dello scorso anno.
La Banca centrale del Giappone ha sostanzialmente confermato l'attuale piano di stimoli, con qualche variazione. L'istituto ha ricalibrato il massiccio programma di stimolo all'economia, ampliando il novero degli asset compresi nel piano di acquisti finalizzato ad aumentare la base monetaria al ritmo annuo di 80mila miliardi di yen. In particolare, l'istituto destinerà 300 miliardi di yen all'acquisto di Etf su azioni di aziende impegnate ad aumentare gli investimenti. Estesa inoltre a 12 anni la durata dei titoli di Stato che l'istituto potrà acquistare.Questi piccoli aggiustamenti hanno però deluso gli investitori, come confermato dal rialzo dello yen sia su euro che sul dollaro.
Tornando in Europa i listini pagano la rinnovata debolezza del petrolio che si avvia a chiudere la terza settimana di filo in rosso: pesa la notizia dell'aumento delle scorte che dimostra che l'eccesso di offerta globale non sembra destinato a ridursi a breve.
Mentre dalla Cina è arrivato un ulteriore segnale di stabilizzazione. I prezzi medi delle case sono cresciuti dello 0,9% tendenziale dopo l'incremento di 0,1% di ottobre, secondo calcoli Reuters sui dati forniti dall'ufficiodi Statistica. Si tratta del secondo incremento mensile di fila, dopo 13 letture negative consecutive. Un segnale dei stabilizzazione del mercato immobiliare dei centri più estesi, mentre l'eccesso di offerta continua a pesare sulle città più piccole.
Su mercato obbligazionario secondario lo spread BTp-Bund viaggia poco sopra i 100 punti base. Al momento il mercato ha risposto positivamente al rialzo del costo del denaro deciso dalla Fed mercoledì sera. La mossa è stata letta dagli investitori come una prova della fiducia della banca centrale sulle prospettive dell'economia Usa. D'altra parte il messaggio della Fed non è apparso eccessivamente restrittivo: la Yellen ha ribadito che i prossimi rialzi saranno graduali e legati all'effettiva risalita dell'inflazione.
I Btp hanno terminato la seduta in rialzo,con acquisti che hanno premiato soprattutto la scadenza decennale, che riparte stamane da un rendimento dell'1,63% (rendimenti dei bond dell’Eurozona).
Chiusura in rialzo per le scadenza più lunghe del mercato obbligazionario statunitense, che digerisce il rialzo dei tassi della Fed e allo stesso tempo di mostra scettico sulla capacità dell'istituto rispettare il ciclo restrittivo tratteggiato per l'anno prossimo. Come riporta Reuters il decennale Usa ha terminato la seduta in rialzo di 17/32, per un rendimento di 2,230% da 2,289% della precedente chiusura.
L'euro resta debole nei confronti del dollaro in area 1,08 mentre il dollar index resta vicino a quota 100, il livello più alto dal 2003 (cambio euro/dollaro e convertitore di valute).
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