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Generali oltre i target di risparmi

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Generali oltre i target di risparmi

Carsten Schildknecht è diventato chief operating officer delle Generali nell’aprile del 2013. Fin da subito la sua missione è parsa chiara: mettere disciplina nei costi del Leone di Trieste. Una disciplina indispensabile per sostenere uno dei tasselli chiave della strategia della compagnia: gli investimenti. Perché la logica alla base del nuovo piano industriale è chiara: «Non spendere tanto per spendere» - ha spiegato il coo in questo colloquio con Il Sole 24 Ore – «ma risparmiare e quindi spendere» ciò che è necessario per sostenere la trasformazione del gruppo. E così proprio perché funzionale al futuro sviluppo delle Generali, il taglio dei costi è diventato un punto cardine del business plan. Un punto da tenere perennemente sotto controllo e possibilmente da aggiornare al rialzo per poter destinare sempre maggiori risorse alla modernizzazione del colosso assicurativo. E fino ad oggi, ha assicurato Schildknecht, ogni target è stato raggiunto, anzi spesso è stato anche superato al punto che se inizialmente i risparmi programmati al 2016 erano previsti a quota 1 miliardo di euro, lo scorso maggio la cifra è stata portata a 1,5 miliardi di euro al 2018. Di questi, 500 milioni di economie sono già state ottenute a fine 2014. «Entro quest’anno era stato previsto di raggiungere quota 750 milioni ma l’obiettivo già lo scorso maggio è stato aggiornato a 780 milioni», ha spiegato il coo. Target, quest’ultimo, che sarebbe ampiamente a portata di mano e che, potenzialmente, potrebbe essere anche significativamente superiore. Questo potrebbe significare «più denari da investire». Che è la ragione per cui la compagnia si è impegnata in questo piano di razionalizzazione generale volto a rendere il più efficiente possibile le voci di spesa. «Per finanziare la crescita non si voleva in alcun modo attingere a quanto deve essere destinato agli azionisti sotto forma di dividendo, piuttosto risultava fondamentale rendere più efficiente la struttura dei costi, le economie sono fondamentali per implementare la nostra strategia». Di qui è nata la stesura del complesso piano che sta trasformando le Generali anche sotto il profilo gestionale. La revisione dei conti ha portato infatti alla realizzazione di un programma che si fonda su cinque interventi cruciali: core insurance operations, information systems, IT Infrastructure, Facilities management e procurement. Per ciascuna di queste voci è stata prevista un’azione specifica. «Basti pensare cha abbiamo ridotto i data centre da 12 a due e per le forniture è stato deciso di operare partendo da un unico centro per tutta l’Europa». Quest’ultimo accorgimento ha permesso di ridurre in alcuni casi fino al 40-50% la spesa in approvvigionamenti. E poi è finito sotto esame anche l’immenso patrimonio di uffici disseminato per tutta Europa. «Abbiamo avviato una campagna per un miglior utilizzo degli spazi. In questo senso l’esempio più eclatante è certamente quanto fatto a Parigi. Lì avevamo più di venti edifici sparsi per tutta la citta, ora abbiamo una sede e un piccolo ufficio di rappresentanza». Il facilities management dovrebbe garantire da solo 80 milioni di risparmi. Tutto ciò, oltre che assicurare la cassa necessaria a sostenere il cambiamento delle Generali che sotto la guida di Mario Greco puntano a diventare il leader del retail in Europa, avrà anche un altro effetto collaterale “fondamentale” ossia quello di mantenere «di fatto inalterate tra il 2012 e il 2018 le spese». Erano, come ha aggiunto ancora Schildknecht, pari a 6,3 miliardi di euro nel 2012 e «saranno ancora pari a 6,3 miliardi a fine piano». Grazie proprio a 750 milioni di risparmi che permetteranno di neutralizzare 300 milioni di inflazione e 450 milioni di denari destinati agli investimenti. Per i quali tra il 2016 e il 2018 verranno stanziati almeno 1,25 miliardi di euro. Una cifra rotonda per la maggior parte frutto dei fondi incrementali che sono stati individuati grazie al costante miglioramento delle voci di spesa: 900 milioni di risparmi e 350 milioni dalla redistribuzione interna di risorse. Perché, come ha chiosato il coo Schildknecht «è un processo in continua evoluzione volto a garantire sempre maggiori risorse da destinare alla trasformazione». E già la chiusura del 2015 potrebbe riservare sorprese positive.

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