Non è bail in, ma molto si avvicina quello comunicato ieri notte dal Novo Banco, la good bank nata un anno fa dal fallimento di Banco Espirito Santo: per consentire una nuova iniezione di capitale, necessaria in attesa che si trovi un compratore, la Banca del Portogallo - che come Bankitalia veste i panni dell'Autorità di risoluzione - ha deciso di azzerare, nei fatti, due miliardi di bond senior. Che, prospetti alla mano, sono più pregiati dei subordinati (quelli cancellati in Italia dal piano salvabanche) perché maggiormente garantiti e quindi presentano un livello di rischio inferiore.
Formalmente, la Banca Centrale del Portogallo ha ordinato il trasferimento di alcune obbligazioni ordinarie di Novo Banco nella bad bank Banco Espirito Santo, creata - analogamente a quanto avvenuto in Italia - dopo lo smembramento dell'istituto Espirito Santo. «Questa misura si è resa necessaria per fare in modo che le perdite di Banco Espirito Santo vengano innanzitutto sostenute da azionisti e obbligazionisti e non dal sistema finanziario e dai contribuenti», ha spiegato la Banca centrale di Lisbona.
Tuttavia, la decisione farà discutere. Per due motivi: è la prima volta che gli obbligazionisti senior vengono coinvolti nel salvataggio di una banca, e in più l'Autorità di risoluzione ha deciso di far contribuire al salvataggio non tutti i titoli ma soltanto cinque emissioni che erano destinate a investitori istituzionali; in pratica, la Banca del Portogallo ha scelto di tutelare i piccoli risparmiatori e di far pagare il conto ai fondi, che al momento avrebbero in mano il 99% di quei titoli. Una decisione forte, in cui la politica sicuramente ha avuto un ruolo in un Paese governato da una fragile coalizione di centrosinistra, che ieri ha fatto drizzare i capelli ai trader di centinaia di case d'investimento: in molte si preparano cause legali, dal momento che ritengono sia stato violato il principio del pari passu, in base al quale gli obbligazionisti vanno trattati tutti allo stesso modo. In totale, Novo Banco aveva sul mercato 5,4 miliardi di bond, ma secondo quanto ricostruito sarebbero state scelte quelle specifiche emissioni perché effettuate secondo le norme portoghesi, che renderanno più impegnativa un'azione legale, secondo alcune indiscrezioni raccolte da Bloomberg.
Il trasferimento dei titoli alla bad bank, con conseguente cancellazione del debito per la good bank, consentirà al Novo Banco di colmare il gap di capitale emerso in occasione dello Srep di novembre, pari a 1,4 miliardi. Alleggerita dei bond, la banca ora si dedicherà a un piano che prevede anche la cessione di asset e nuove misure riorganizzative, tappe decisive per un nuovo tentativo di vendita sul mercato dopo un primo lanciato a inizio anno ma naufragato. «Questa decisione consentirà a Novo Banco di concentrarsi sul suo business plan», ha detto la Banca del Portogallo. Da ricordare che il Novo Banco ha già ricevuto, in passato, 4,9 miliardi di fondi pubblici (autorizzati dalla Commissione europea), mentre nella prima metà del 2015 ha registrato una perdita di 251,9 milioni e i suoi crediti a rischio sono saliti al 20% del totale.
Oltre al Novo Banco, il Portogallo è anche alle prese con la crisi di Banif, tra le prime dieci banche del Paese, in attesa di oltre due miliardi di contributi pubblici, anche in questo caso autorizzati dalla Commissione europea.
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