No a rimborsi anticipati e selettivi. L'unica strada percorribile per il risarcimento dei risparmiatori truffati nel crac di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Cariferrara è l'arbitrato. La precisazione arriva da fonti del Mef, che definiscono infondata l'ipotesi di rimborsi selettivi ad alcuni investitori e solo di alcune banche: nessun rimborso è possibile prima dei decreti attuativi delle norme varate dal Governo per andare incontro alle esigenze dei risparmiatori truffati.
Il Tesoro, assicurano le stesse fonti, è già al lavoro sui decreti ed è già in contatto con gli altri soggetti istituzionali interessati per vararli nel più breve tempo possibile, entro il termine di 90 giorni dal 1 gennaio 2016. Ma prima del varo di questi decreti, si ribadisce, non può essere ipotizzato alcun intervento.
La chiusura, netta, arriva dopo le indiscrezioni di stampa che accreditavano l'ipotesi di un intervento mirato per i risparmiatori colpiti dal crac di Banca Etruria. A beneficiare dell'intervento, sarebbe stato solo un circostanziato gruppo di investitori della vecchia Banca Etruria, con un rimborso parziale immediato, non dal fondo di solidarietà, almeno in questa fase, né dal governo, ma dalla nuova Banca Etruria, in attesa di superare poi l'arbitrato e dunque recuperare l'intera cifra.
Se, da una parte, il rimborso anticipato avrebbe l'effetto di tranquillizzare i risparmiatori e di evitare la fuga dei correntisti che ancora operano con le quattro banche `nuove´, dall'altra un intervento che privilegiasse un gruppo o una categoria di risparmiatori si presterebbe alle proteste e ai potenziali ricorsi degli altri investitori truffati. Immediata è stata infatti la reazione del Codacons, che ha promosso l'ipotesi un indennizzo anticipato ma ha anche aggiunto che «i risarcimenti devono essere integrali e devono valere per tutti».
L'associazione dei consumatori ha quindi avvertito: «Non accetteremo la politica del `due pesi e due misure´, perché è evidente che tutti i risparmiatori hanno subito il medesimo danno, ossia l'azzeramento del valore dei titoli, e tutti devono essere risarciti allo stesso modo. In caso contrario ci troveremmo di fronte ad un pericoloso precedente, dove un illecito viene punito in modo diverso a seconda della vittima».
Intanto, tornano a protestare i risparmiatori, obbligazionisti ed azionisti. Dopo il presidio del 28 dicembre scorso davanti alla sede di Banca Etruria, ad Arezzo, il prossimo appuntamento è per lunedì 4 gennaio, davanti alla sede principale di Banca Marche di Jesi (An). La protesta è stata organizzata congiuntamente dall'Associazione Vittime del Salva-Banche e dall'Associazione Azionisti Privati Banche Marche.
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