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Il Cavallino debutta alla Borsa di Milano

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Il Cavallino debutta alla Borsa di Milano

Sono passati esattamente cinque anni da quando Sergio Marchionne era stato protagonista della prima seduta dell’anno di Piazza affari. Era il 3 gennaio del 2011 e sul tavolo c’era lo sdoppiamento del gruppo tra Fiat auto e Fiat Industrial, successivamente diventata Cnh Industrial: da allora molta acqua è passata sotto i ponti. Ma questa mattina sarà di nuovo Sergio Marchionne, insieme con John Elkann, a suonare la prima campanella dell’anno con il debutto del titolo Ferrari sul listino milanese e il contestuale scorporo da Fca.

La giornata di oggi segna l’ennesimo passaggio di un riassetto continuo, com’è naturale per un gruppo globale costantemente alla ricerca di efficienze industriali e finanziarie. C’è un elemento simbolico significativo: un marchio sinonimo del made in Italy, come quello del Cavallino di Maranello, potrà essere acquistato e venduto a Milano. Ma non bisogna dimenticare una serie di adempimenti, tecnici e formali, legati allo scorporo di Ferrari da Fca. Adempmenti che hanno tenuto impegnati i funzionari del gruppo anche nella giornata di ieri.

All’apertura della Borsa di Milano, che per ovvie questioni di fuso orario precede quella di Wall Street ,verranno negoziate per la prima volta le azioni Ferrari (scambiata a New York già dall’ottobre scorso) e quelle di Fiat Chrysler Automobiles nella versione “orfana” del Cavallino rampante. L’uscita di Maranello dal perimetro di Fca porta con sè l’assegnazione dell’80% di Ferrari ai soci Fca e ai titoli di obbligazioni a conversione obbligatoria: tecnicamente l’operazione avverrà la settimana prossima, con data di efficacia (la coddetta «record date») fissata per martedì 5 e assegnazione fisica il 6 o 7 gennaio a seconda che i titoli Fca siano detenuti presso Montetitoli o altrove. Il primo giorno di quotazione regolare delle azioni Ferrari assegnate nell’ambito della separazione sarà venerdì 8 gennaio 2016. Proprio per come è stata concepita l’operazione, sarà solo dal prossimo venerdì che si potrà avere un’idea definitiva del suo impatto. Ossia il valore che il mercato riconoscerà alle due società una volta che saranno completamente separate.

Tempi e tecnicalità dell’operazione sono noti da tempo, pertanto un punto di riferimento può essere l’ultimo prezzo fatto segnare da Fca e Ferrari mercoledì scorso, nell’ultima seduta dell’anno 2015: il titolo della (ex) capogruppo ha chiuso a Milano a 12,92 euro, in calo dell’1,37%, per una capitalizzazione di 16,9 miliardi, mentre la Rossa a Wall Street ha fatto segnare 48 dollari, circa 44 euro, per una capitalizzazione di 8,3 miliardi di euro. Sciolti i legami tra controllata e controllante, liberato il titolo Ferrari dall’effetto rarità (solo il 10% del capitale era finora scambiato) e dagli arbitraggi dovuti al fatto di trovarsi dentro a Fca, non si escludono scosse di assestamento per entrambi i titoli.

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