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Banca Etruria, per i danni in ballo anche i revisori

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Banca Etruria, per i danni in ballo anche i revisori

L’avvio del processo di vendita delle quattro good bank, l’allestimento della bad bank, le azioni di responsabilità verso gli amministratori delle old bank. Nonostante il periodo semifestivo, i cantieri per l’attuazione del piano salva-banche proseguono a pieno regime; con una novità delle ultime ore: l’azione di responsabilità che i commissari liquidatori di Popolare Etruria (e CariChieti) stanno imbastendo contro gli ex vertici potrebbe essere allargata alle società di revisione che hanno validato i bilanci pre-dissesto.

In ballo, come noto, sulle quattro banche ci sono richieste danni per quasi un miliardo. A oltre 300 milioni ammonta, da sola, quella depositata in estate dai commissari di CariFerrara, a cui si sono aggiunti i 264 richiesti dai commissari di Banca Marche, che hanno avanzato una domanda di risarcimento per 182,5 milioni anche alla società incaricata dal 2007 al 2012 di revisionare i bilanci di Banca Marche, la Price Waterhouse Coopers. Proprio in questo solco, il commissario liquidatore di Popolare Etruria, Giuseppe Santoni, starebbe quindi valutando la possibilità di procedere anche contro la società di revisione, sempre Pwc.

In questo caso, le svalutazioni del 2014 effettuate nei conti della popolare, per oltre un miliardo, avrebbero dimostrato che i bilanci precedenti non erano realistici, con crediti deteriorati non correttamente valutati.In pratica, questo significherebbe che anche la società di revisione avrebbe avallato lo status quo: le richieste sono ancora da valutare e i dubbi verranno sciolti entro metà febbraio, dopo un confronto con la Banca d’Italia. Oltre a questo una relazione verrà fornita al tribunale, il quale deciderà se esistono elementi penalmente rilevanti da sottoporre all’attenzione della procura di Arezzo. Gli inquirenti intanto hanno chiuso le indagini per ostacolo alla vigilanza e emissione di fatture false, con 5 indagati, mentre proseguono gli approfondimenti sui presunti reati di mancata comunicazione di conflitti di interesse (con due indagati) e di truffa. Sono attese a breve le richieste di rinvio a giudizio sui primi due fascicoli; eventuali nuovi indagati andranno dentro nuovi dossier, per non rallentare l’iter di quelli già chiusi.

La questione delle azioni di responsabilità è collegata ai rimborsi dei risparmiatori che hanno subìto i danni maggiori con l’azzeramento di azioni e obbligazioni subordinate delle quattro banche salvate, mentre ieri un nuovo sit-in è stato organizzato davanti alla sede di Banca Marche a Jesi: l’eventuale reperimento di risorse attraverso le azioni di responsabilità potrebbe consentire infatti di elevare la disponibilità di 100 milioni predisposta dal Governo (anche se bisognerà attendere l’esito del giudizio).

La cessione delle good bank

In parallelo procedono i lavori per la cessione delle good bank. Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, ieri a Roma si è tenuta una nuova riunione dello steering committee dei quattro istituti con i rappresentanti degli advisor nominati la settimana scorsa dall’Autorità di risoluzione: in particolare con l’advisor finanziario, Société générale, e quello industriale, Olyver Wyman, si è fatto il punto della situazione e si è definita l’agenda che dovrebbe consentire di aprire la data room nelle prossime settimane, non appena sarà terminato il primo pre-sondaggio del mercato; l’interesse, sia dai fondi che dalle banche, per il momento c’è, ma i quattro cda presieduti da Roberto Nicastro attendono di valutarne la solidità nei prossimi mesi, quando la gara verrà formalizzata. Sempre nei prossimi giorni verrà attuato il passaggio degli 8,5 miliardi di crediti deteriorati facenti capo alle vecchie banche, svalutati a un miliardo e mezzo.

Il processo Carife

Su un altro fronte giudiziario, è dei giorni scorsi il deposito delle motivazioni della sentenza con cui i giudici della Quinta Corte d’Appello di Milano, nel processo di secondo grado 'bis', in parte hanno dichiarato la prescrizione del reato di truffa e in parte l’assoluzione per non aver «raggiunto elementi sufficienti» nei confronti di Gennaro Murolo, ex direttore generale della Cassa di Risparmio di Ferrara, gli imprenditori campani Dante e Luigi Siano, i fratelli Aldo e Giorgio Magnoni del gruppo Sopaf ora fallito, Sandro Bordigoni, dell’omonimo gruppo finanziario e delle controllate Navir e Plethore, e Mirko Leo, della Commerfin, società riconducile agli stessi Siano. Con «una pluralità di truffe, integrate con il depauperamento delle disponibilità finanziarie di Carife», già tra il 2006 e il 2008 sarebbe stata messa «addirittura a repentaglio la stabilità della banca», scrivono i giudici: l vicenda ha al centro le operazioni immobiliari denominate Milano Santa Monica e MiLuce finanziate dall'istituto di credito di Ferrara e dalla sua controllata Sgr Vegagest.

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