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Dai fondi Usa battaglia sui Cds per il caso dei bond Novo Banco

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Salvataggi bancari Ue

Dai fondi Usa battaglia sui Cds per il caso dei bond Novo Banco

Le modalità del salvataggio dell'istituto portoghese Novo Banco (ex Banco Espirito Santo) rischiano di compromettere la fiducia degli investitori internazionali nei confronti delle banche europee. Il nodo è la violazione del principio del cosiddetto «pari passu», in base al quale tutti gli obbligazionisti della stessa categoria hanno uguali diritti. Nel caso del Novo Banco, a essere colpite pochi giorni fa (si veda Il Sole 24 Ore del 31 dicembre 2015) sono state cinque emissioni obbligazionarie senior dell'istituto portoghese che le locali Autorità di risoluzione hanno «spostato» dalla good bank alla bad bank.

Dalla sera alla mattina, bond senior per circa 2 miliardi di euro hanno perso il 90% circa del loro valore. Questi bond, scelti dalla Banca centrale portoghese tra 55 emissioni obbligazionarie dell'istituto, erano detenuti esclusivamente da investitori istituzionali esteri (tra cui grandi fondi Usa come Blackrock e Pimco, con quote di circa 100 milioni a testa). Una selezione che sembra essersi concentrata solo su emissioni di diritto portoghese (e non con diritto Uk, che avrebbe prestato il fianco a ricorsi diretti) e avendo cura di individuare solo quei bond che non avessero tra i sottoscrittori la clientela retail, già colpita dal precedente salvataggio del Banco Espirito Santo che aveva portato alla nazionalizzazione e alla nascita della good bank Novo Banco.

Una mossa che ovviamente ha incontrato il favore dell'opinione pubblica portoghese, perchè ha garantito la tutela dei piccoli risparmiatori a scapito degli investitori istituzionali globali che avevano tutte le informazioni per valutare la solidità del Novo Banco. Non la pensano allo stesso modo i grandi fondi internazionali che, in modo del tutto imprevisto, hanno visto andare in fumo in una notte quasi due miliardi di euro. Ai primi di gennaio, un investitore ha presentato un ricorso all'Isda (International Swaps and Derivatives Association) per chiedere che la scelta delle autorità portoghesi venga riconosciuta come un «credit event» in grado di far scattare i «trigger» (soglia di riferimento) per il pagamento dei credit default swap (Cds). Il Determinations Committee dell'Isda si è già riunito d'urgenza mercoledì e ieri. E tra domani e lunedì è attesa la delibera finale che potrà o no andare incontro alle richieste degli investitori internazionali.

Comunque vada a finire la diatriba tra i fondi e le Autorità portoghesi, è evidente che le nuove normative sui salvataggi bancari in Europa sono destinate a creare tensioni con l'ampia platea dei risparmiatori e degli investitori. E la discrezionalità d'intervento delle Autorità di risoluzione non è ancora stata metabolizzata neanche dai grandi fondi globali. Che si sono dimostrati completamente spiazzati dalla decisione del 30 dicembre scorso (a due giorni dall'avvio del bail in) della Banca centrale portoghese di intervenire su due miliardi di bond senior che la sera del 29 dicembre sul mercato secondario quotavano 94 centesimi e la mattina successiva sono scesi sotto quota 10. L'antefatto è che la good bank Novo Banco non aveva superato gli stress test della Bce. E che la Vigilanza europea aveva chiesto un piano di ricapitalizzazione da almeno 1,4 miliardi, da dettagliare entro il 31 dicembre e da realizzare entro il prossimo 30 giugno. Non avendo chance alternative, le Autorità portoghesi hanno deciso il blitz a sorpresa con il trasferimento di 2 miliardi di passività dalla good bank alla bad bank (in pratica azzerando il valore dei bond, ma riequilibrando così i ratios patrimoniali della good bank).

La vicenda probabilmente non è destinata a finire qui. Ma intanto si possono già intravedere le prime conseguenze per il sistema delle banche europee. La prima: il salvataggio del Banco Espirito Santo approvato dalla Ue e dalla vigilanza Bce ha portato alla nascita di una Novo Banco good bank che non si è dimostrata affatto “good”, tanto che la stessa Bce l'ha bocciata un anno dopo i primi stress test. La seconda conseguenza del caso Novo Banco è che, dopo il clamore sui prestiti subordinati alla clientela retail, anche i bond senior hanno iniziato a fare vittime tra i grandi investitori istituzionali. Con il rischio che l'avversione verso le varie classi di obbligazioni delle banche europee portino facciano aumentare in modo sensibile il costo della raccolta. Chiedendo un premio per il rischio molto più alto di quelle emesse dalle banche Usa.

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