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Banca dei tabaccai cresce e guarda alla Borsa

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Banca dei tabaccai cresce e guarda alla Borsa

Si dice che lo stesso Corrado Passera, quando era alla guida di Poste Italiane, abbia meditato di costituire una banca per i tabaccai. Dal 2009 quell’istituto esiste e si chiama Banca ITB. È guidato da Rosario Bifulco, in qualità di presidente e da Francesco Marrara, amministratore delegato, entrambi, peraltro, soci della banca all'interno di una compagine azionaria piuttosto variegata che vede schierata anche la stessa Ca’ de Sass con il 10%, il fondo Wise venture con un altro 10% e G Tech, Arianna (Federazione dei Tabaccai), Ayperos, Bootes (Bifulco), Logista (Altadis) e Pharos (Toni Rossi) con un 13,3% ciascuno.

Dal 2009 a oggi quella che era una start up è diventata una realtà consolidata che nei prossimi anni, sulla scia di un piano industriale recentemente approvato, dovrebbe ampliare ulteriormente il proprio raggio d’azione. All’interno di questo percorso, potrebbe inserirsi anche un possibile progetto Borsa, l’Ipo potrebbe infatti essere una delle strade percorribili per dar vita al potenziale rimescolamento azionario che potrebbe nascere dalla volontà di alcuni soci di vedere valorizzato almeno in parte l’investimento fatto diversi anni fa.

Forte di 17 mila clienti (sono 22 mila le tabaccherie rilevanti sul suolo italiano) dal 2009 a oggi, infatti, i ricavi, al 96% originati da commissioni, sono cresciuti a un ritmo costante tanto che nel 2014 si sono attestati a oltre 30 milioni e nel 2015 dovrebbero arrivare a 38 milioni. Il break even è stato raggiunto nel 2012 e i profitti sono passati dai 3,4 milioni del 2014 ai potenziali 8 milioni del 2015 per una reddittività testimoniata da un ebitda margin che quest’anno dovrebbe attestarsi al 39% e un Roe superiore al 25%. Anche sul fronte dell’attivo, l’ascesa è stata rilevante: è passata dai 30 milioni del 2009, ai 150 milioni del 2014 e ai potenziali 220 milioni del 2015. I numeri sono frutto di un’attività che ai cittadini offre la gamma più completa sul mercato di servizi di pagamento (dai bollettini postali, al Bollo Auto, passando per voucher Inps e deleghe F24) e ai Tabaccai una proposta di servizi bancari che include i più comuni strumenti per la gestione della tabaccheria (conto corrente, fido di cassa, finanziamenti, pagamento fornitori e fatturazione elettronica). Ciò ha fatto sì che nel 2015 Banca ITB abbia effettuato pagamenti dei cittadini per oltre 6,5 miliardi di euro (è leader se si escludono gli uffici postali) e abbia erogato servizi bancari ai tabaccai e alle aziende clienti per un flusso di ulteriori 2,5 miliardi.

«La tabaccheria è un canale formidabile per i servizi al pubblico, ogni settimana entrano fino a 16 milioni di persone, ha delle potenzialità enormi, anche perché di fatto serviamo piccoli imprenditori, i tabaccai, che vantano volumi d’affari importanti e margini di solvibilità decisamente elevati» ha spiegato il presidente Bifulco. Il piano messo appunto dall’ad Marrara punta proprio a sfruttare le potenzialità rimaste inespresse. «I punti cardine del progetto di sviluppo sono quattro – ha sottolineato Marrara – Il primo conferma l’intenzione dell’istituto di concentrarsi sulle tabaccherie. Quindi, ed è il secondo pilastro, puntiamo ad avvinarci alla clientela con nuovi prodotti e servizi che rendano il tabaccaio un luogo centrale». L’idea, per esempio, è quella di sviluppare una serie di applicazioni specifiche che amplino e migliorino l’offerta già esistente. Non solo, «ci attrezzeremo per redistribuire ai nostri clienti tabaccai prodotti di bancassicurazione e mutui» come risposta a una precisa esigenza percepita da Banca ITB. Infine, ed è l’ultimo tassello del piano , «l’istituto si prepara a lanciare una piattaforma marketplace» dedicata esclusivamente alle tabaccherie. Quest’ultime acquistano ogni anno prodotti da vendere al proprio bancone per un controvalore di 5 miliardi di euro. I 17 mila clienti di Banca ITB valgono il 60% di quel giro d’affari, di qui l’idea di creare questa grande piazza che possa mettere in contatto fornitori e acquirenti gestendo sia il ciclo attivo che quello passivo.

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