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Bad bank, la Ue aspetta una proposta del Governo

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Bad bank, la Ue aspetta una proposta del Governo

Bruxelles - Sembra ancora lontano un accordo tra Bruxelles e Roma in vista della nascita di una bad bank, una società di gestione in cui riversare i crediti inesigibili del settore bancario italiano, da utilizzare per risanare i bilanci del settore creditizio. Interpellata ieri durante una conferenza stampa dedicata a un caso belga di violazione delle regole sugli aiuti di Stato, la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager ha spiegato di attendere proposte da parte del governo italiano.

«Ciò che stiamo facendo sulla bad bank con l’Italia è condividere informazioni, spetta all’Italia decidere che cosa fare, quale strada prendere con aiuti di Stato o senza aiuti di Stato, ci sono diverse opportunità», ha spiegato l’ex ministra delle Finanze danese. «Il ruolo della Commissione è di indicare ciò che deve essere fatto se si sceglie la strada di una bad bank senza aiuti di Stato e qual è la via da seguire se ci sono aiuti di Stato: scambiamo informazioni».

Da tempo, il governo italiano vuole cercare di risanare il settore bancario, oberato da crediti inesigibili pari al 16,7% del totale dei prestiti concessi dalle banche (a titolo di confronto, i crediti inesigibili in Germania sono pari al 3,4% del totale). Una delle idee è di trasferire le attività di cattiva qualità in una società che verrebbe chiamata a gestirle, a ristrutturarle e a rivenderle. Nodi tra Bruxelles e Roma riguardano le valutazioni dei crediti inesigibili e l’uso eventuale di denaro pubblico.

Il governo fa notare l’elevato divario tra il prezzo di offerta delle banche e il prezzo a cui gli investitori sarebbero pronti ad acquistare le stesse sofferenze. Sostiene quindi che vi sia bisogno dell’intervento pubblico almeno in un contesto sistemico, una ipotesi che le regole europee in questo momento non prevedono. Due sono i modi in cui l’aiuto statale potrebbe concretizzarsi: una garanzia pubblica che metta un limite a eventuali perdite dell’acquirente o un sussidio all’acquisto.

Sempre sul fronte degli aiuti pubblici, la signora Vestager ha ribadito che Bruxelles sta studiando il caso Ilva, la quale ha goduto di sostegno statale. «Per ora non ci sono notizie specifiche sul caso Ilva, ma c’è comunque molta attenzione al settore dell’acciaio», ha avvertito la commissaria. Per l’impianto di Taranto «ci sono due questioni: quella del risanamento ambientale e quella degli aiuti di Stato, che non si possono dare in un settore in situazione di sovrapproduzione com’è quello dell’acciaio».