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A ChemChina il 12% di Mercuria Fusione nelle oil sands canadesi

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M&a

A ChemChina il 12% di Mercuria Fusione nelle oil sands canadesi

Col petrolio in caduta libera, ieri sotto 28 dollari al barile, nel settore comincia ad accendersi qualche segnale di ripresa dell’M&A. La cinese ChemChina, già proprietaria di Pirelli, ha rilevato il 12% di Mercuria, uno dei maggiori trader petroliferi al mondo, da tempo alla ricerca di un partner strategico. In Canada intanto due big delle sabbie bituminose, Suncor eCanadian Oil Sands(Cos), hanno trovato un accordo per una fusione da 6,6 miliardi di dollari canadesi (4,2 miliardi di euro), debito compreso.

Nel 2015, mentre il barile perdeva oltre un terzo del suo valore, fusione e acquisizioni nel settore Oil & Gas si erano quasi paralizzate. Secondo Ihs il valore complessivo è diminuito del 22% a 143 miliardi di $ (oltre metà è costituita dal merger da 85 miliardi annunciato da Shell e Bg Group). Il numero delle operazioni è sceso ai minimi da 10 anni, addirittura da 20 anni se si escludono le compravendite di singoli asset.

Mercuria non è nuova a fare affari con i cinesi. Un paio di settimane fa aveva ceduto per 60 milioni di $ alla China Materials Storage & Transportation Development Company (Cmstd) il 51% di Henry Bath, società che gestisce magazzini metalli del Lme, che a sua volta aveva rilevato nel 2014 insieme alle altre attività di JpMorgan Chase nei mercati fisici delle commodities: una mossa con cui la società, fondata solo 11 anni fa, si era fortemente rafforzata. Anche ChemChina si sta espandendo in modo aggressivo: oltre a Pirelli, ha comprato di recente la tedesca KraussMaffei (macchinari industriali) e sta puntando a conquistare Syngenta (sementi e pesticidi). In patria è il maggior raffinatore indipendente di petrolio.

Ha invece un sapore difensivo la fusione Suncor-Cos. Quest’ultima aveva in precedenza respinto le avances. Alla fine si è arresa, convinta da un miglioramento dell’offerta (tutta in azioni), ma anche perché messa spalle al muro dall’incessante deterioramento delle condizioni del mercato petrolifero, davvero terribili per chi opera nelle oil sands: il greggio canadese dell’Alberta, poco pregiato perché molto pesante, oggi costa meno di 15 $/barile. Suncor - che offre 0,28 azioni per ogni azione Cos (un premio del 17% sui valori di borsa di venerdì) - punta soprattutto a mettere le mani sul consorzio Syncrude, che gestisce il maggior progetto di sabbie bituminose del Canada: con il 36,7% di Cos, la quota di Suncor salirà al 49 per cento.

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