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Lusso, analisti ottimisti nonostante la crisi

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Lusso, analisti ottimisti nonostante la crisi

  • –Monica D'Ascenzo

«Mode à Paris» dedicata alla collezione uomo per il prossimo autunno-inverno occupa i calendari della moda europea in questi giorni, mentre i titoli del lusso in Borsa continuano a cercare una direzione. Il rallentamento dell’economia cinese spaventa. Ma neanche poi tanto, in fondo. E così dopo anni di consenso sulle previsioni per il settore del lusso, ad oggi non si è trovata ancora una direzione. Se c’è chi dice che è l’anno della svolta e la crescita tornerà a farsi più robusta rispetto agli ultimi anni, pur senza tornare ai livelli record; d’altro canto c’è anche chi pensa che il 2016 sarà il bottom da cui ripartire per il settore.

Nell’ultima settimana di contrattazione i titoli europei del settore hanno recuperato terreno, anche se in molti casi il saldo degli ultimi dodici mesi resta pesante (Prada -46%, Burberry -32%, Brunello Cuinelli -19%, Salvatore Ferragamo -10,8%). In settimana, peraltro, alcune società hanno incassato una revisione al rialzo del rating come nel caso delle francesi Lvmh (da neutral a buy per Goldman Sachs) e Kering (da sell a neutral sempre per Goldman). Hsbc, invece, oltre a Lvmh premia anche Dior, Richemont e fra le italiane Moncler.

Tornando alle previsioni per il 20016, innegabile che ci siano dei fattori comuni: la centralità del consumatore cinese, la prevalenza di acquisti durante i viaggi e lo spostamento sempre più sullo sviluppo delle vendite sul digitale rispetto alle spese per l’espansione delle catene di retail. Eppure le stime nel complesso vanno da un più ottimistico +6% nel 2016 per il settore a un ben più cauto +3%. Previsioni da guardare alla luce dle +3-4% registrato nel 2015.

Il peggio è passato per Hsbc, che in un report di giovedì scorso sottolinea come l’andamento per il 2016 sarà di una crescita più moderata rispetto all’andamento storico del settore, ma migliore del 2015: «Crediamo che con un andamento del settore viaggi più sostenuto, una stabilizzazione dei mercati azionari e con le misure prese come il destocking e l’adeguamento dei prezzi, la crescita del settore possa tornare nel 2016 al 6% circa dal 3-4% del 2015» si legge nell’analisi dell’istituto. In particolare Hsbc non vede «segnali che i consumatori cinesi abbiano perso l’appetito per i prodotti di lusso», tanto che questa predisposizione e la percezione di sicurezza nei viaggi conteranno di piàù del rallentamento della crescita del Pil cinese o dell’andamento dei mercati valutari più in generale.

Di tutt’altro tono il report di qualche giorno prima di Goldman Sachs, secondo la quale «il 2016 vedrà il ciclo degli utili del lusso toccare il fondo». Gli analisti stimano un incremento delle vendite per il settore di circa il 3,4%, rispetto al +4-5% dei due anni precedenti, il che comporta per Hsbc un taglio del 3% delle stime per il 2016 e il 2017. Nel dettaglio, pur continuando a considerare i consumatori cinesi centrali per il comparto tanto che il loro contributo all’aumento delle vendite è stimato al 50% del totale, gli analisti di Hsbc stimano una crescita della spesa per beni di lusso del Paese asiatico intorno al 6%, contro il +10% del 2015. In questo caso gli esperti sottolineano l’impatto dei cambi e un rallentamento dei viaggi. Ma la sfida delle società di lusso si giocherà sul digitale: secondo Hsbc resta ancora un gap importante tra le strategie industriali e la domanda dei consumatori.

Che l’espansione della rete sia ormai diventata secondaria lo sottolinea anche Bernstein, secondo il quale la crescita del settore passerà per il mix di prezzo e l’aumento dei volumi a parità di punti vendita. Anche in questo caso l’accento viene posto sui consumatori cinesi per i quali il mondo è ormai diventato «un grande mall», pur non potendo sottovalutare l’effetto cambi nella scelta delle mete di viaggio.

Un segnale più concreto, per le aziende italiane del comparto, arriverà da questa tornata di trimestrali, che in settimana ha già visto Tod’s superare il miliardo di ricavi, mentre Brunello Cucinelli la settimana precedente aveva annunciato vendite in aumento del 16,3% nel 2015. In settimana sarà la volta di Luxottica.

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