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Il mese nero delle banche italiane: persi 35 miliardi

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PIAZZA AFFARI

Il mese nero delle banche italiane: persi 35 miliardi

Nuova seduta nera per le banche che a Piazza Affari registrano un crollo generalizzato, in particolare per quanto riguarda gli istituti popolari. Da inizio anno, l'intero comparto del credito di Piazza Affari ha bruciato circa 35 miliardi di capitalizzazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit (rispettivamente -24% e -37% nel 2016) che ne hanno persi circa 11 a testa. I cali maggiori, in termini percentuali, sono stati registrati - sempre da inizio anno - da Mps (-55%, oggi è praticamente ritornato sui minimi storici toccati a
gennaio) e da Banca Carige (-51%); Ubi Banca ha lasciato sul terreno il 40%. In tutto, a fine 2015, la capitalizzazione di tutto il settore bancario a Milano era pari a 121 miliardi di euro, oggi è scesa a circa 86 miliardi.

Il ko odierno di Piazza Affari lascia sul terreno quasi 10 miliardi di Ftse Mib. La capitalizzazione delle 41 società che compongono il principale paniere del listino milanese si è infatti ridotta sotto i 380 miliardi di euro rispetto agli oltre 389 miliardi registrati alla chiusura di ieri. A fine 2015, stando alle statistiche di Borsa Italiana, la capitalizzazione complessiva delle blue chip era di circa 450 miliardi e pertanto la contrazione in poco piu' di un mese, nonostante l'ingresso di Ferrari che ha aumentato il numero dei titoli appartenenti all'indice, è stata di 70 miliardi. La “fuga” dai bancari, principale responsabile del tonfo dell'azionario italiano, sta anche modificando la graduatoria delle big di Piazza Affari in termini dimensionali: se a fine 2015 Eni e Intesa Sanpaolo erano appaiate con quasi 50 miliardi di capitalizzazione, ora l'istituto bancario (che ha ceduto il 24%) resta al secondo posto ma con 8 miliardi in meno di Eni e solo 3 più di Enel. Unicredit (che ora capitalizza 19 miliardi) è stata nettamente sorpassata al quarto posto da Luxottica.

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