E’ durato poco più di due ore l’incontro tra il vertice della compagnia sarda Meridiana con il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi e il vice ministro Teresa Bellanova. Sul tavolo il piano congiunto Meridiana e Qatar Airways siglato nei giorni scorsi, una sorta di memorandum non vincolante tra la famiglia reale del Qatar che controlla il vettore e l’Aga Khan con cui il secondo si impegna a ridurre la propria quota per fare entrare il socio, un prerequisito per potere arrivare alla definizione del piano industriale.
MILANO
«E’ stato un incontro tecnico con i ministri competenti - si è limitato a dire il presidente di Meridiana, Marco Rigotti, uomo di fiducia dell’Aga Khan -. In questo momento non possiamo dare indicazioni temporali, il governo è estremamente impegnato su questo dossier, stiamo lavorando». Nessun annuncio ufficiale sul raggiungimento dell’accordo, anche se è soltanto questione di tempo: a giugno, infatti, scade la cassa integrazione per 1350 dipendenti di Meridiana Fly. Entro quella data una soluzione bisognerà trovare una soluzione per evitare la chiusura della seconda compagnia aerea italiana. Al momento l’unica strada percorribile è quella del socio medio orientale. In gioco c’è il futuro del vettore e dei suoi 1.800 dipendenti (tra Meridiana Fly e Air Italy): per uscire dalle secche, indispensabile è adeguare il modello di business a una concorrenza divenuta sempre più serrata da parte delle compagnie low cost, difficilmente affrontabile senza un partner adeguato.
Il nome del vettore emiratino circolava da tempo come possibile partner di Meridiana controllata al 100% dal fondo Akfed dell’Aga Khan, da lui fondata nel 1952. Nonostante i passati tentativi, l’accordo finora era caduto nel vuoto. Lo scoglio principale era la gestione dell’aeroporto di Olbia rimasto, al momento, fuori dal memorandum firmato nei giorni scorsi tra l’Aga Khan e la famiglia reale qatariota.
Una situazione difficile quella del vettore, costata all’azionista in sette anni circa 600 milioni di euro: la crisi del mercato, la concorrenza dei vettori low cost e la difficoltà di individuare una strategia significativa sono stati fatali. Meridiana negli anni si è fusa con Eurlofly e con Air Italy, ma i risultati non sono arrivati. E proprio Air Italy il vettore low cost del gruppo e ritenuto più concorrenziale, potrebbe giocare un ruolo strategico: più flessibile e con contratti meno onerosi, Air Italy potrebbe diventare il vettore di riferimento del nuovo gruppo.
Intanto, la compagnia low cost Ryanair ha annunciato che ad Alghero taglierà 8 rotte con 300mila clienti persi e 225 posti di lavoro cancellati. Il piano fa parte della chiusura delle basi in Italia annunciato ieri dal responsabile commerciale della compagnia irlandese, David O'Brien per protestare contro l'incremento di 2,5 euro delle tasse per passeggero deciso dal governo. Su Meridiana, il Cco ha detto che Ryanair di non è interessata aggiungendo che l’intervento del governo sulla compagnia è «la prova che la politica italiana dei trasporti è ad ispirazione mediorientale». Un altro intervento “suggerito” al governo, a suo dire, dopo la decisione di alzare la tassa aeroportuale dei 2,5 euro a passeggero. Quest'ultimo provvedimento, infatti, «penalizzerà i piccoli aeroporti regionali per favorire Fiumicino, dove i passeggeri non pagano tasse per la Roma-Milano, servita da Alitalia - ha aggiunto O'Brien -. In un paese dove c’è circa il 39% di disoccupazione giovanile, l'idea che ci siano persone che perderanno il lavoro perchè i soldi sono dati a chi guadagna anche 10mila euro, è assurda».
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