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Bce: crescita globale modesta e disomogenea

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Bce: crescita globale modesta e disomogenea

«La crescita globale resta modesta e disomogenea». Lo scrive la Bce nel bollettino economico mensile, spiegando che «mentre l'economia si espande ad un ritmo solido nei Paesi avanzati, negli emergenti resta debole e più diversificata».

«L'acuirsi dell'incertezza a livello internazionale ha provocato l'apprezzamento del tasso di cambio effettivo dell'euro». È quanto si rileva nel bollettino economico pubblicato questa mattina dalla Bce in cui si ricorda come la moneta unica «si è notevolmente rafforzata in termini effettivi nella prima metà di dicembre 2015 per via dell’aumento dei rendimenti dopo la riunione del Consiglio direttivo dello stesso mese».

Il tasso di cambio effettivo dell'euro ha evidenziato un profilo pressoché stabile nel periodo fino a metà gennaio, per poi salire di nuovo in presenza di una maggiore incertezza globale. Nel complesso, l’euro si è consolidato del 5,3% su base ponderata per gli scambi commerciali nel corso del periodo in esame. In termini bilaterali, la moneta unica si è apprezzata su dollaro statunitense, sterlina britannica, renminbi cinese e rublo russo e sulle valute delle economie emergenti, in particolare il peso argentino dopo la decisione del nuovo governo argentino di revocare i controlli sui cambi.

La decisione adottata agli inizi di dicembre di prorogare gli acquisti mensili netti di attività per 60 miliardi di euro almeno sino alla fine di marzo 2017 e di reinvestire i proventi dei rimborsi in conto capitale dei titoli in scadenza fino a quando sarà necessario si tradurrà in una significativa immissione di liquidità nel sistema bancario e rafforzerà le indicazioni prospettiche (forward guidance) sui tassi di interesse». Si legge ancora nel bollettino economico della Bce.

Agli inizi del nuovo anno, tuttavia, il Consiglio direttivo «ha ritenuto che i rischi verso il basso fossero tornati ad aumentare in presenza dell'acuita incertezza riguardo alle prospettive di crescita delle economie emergenti, della volatilità nei mercati finanziari e delle materie prime e di rischi geopolitici. In questo contesto, anche la dinamica dell’inflazione nell’area dell'euro rimane più debole del previsto».

Il Consiglio direttivo, «dovrà pertanto rivedere ed eventualmente riconsiderare l'orientamento della politica monetaria della Bce agli inizi di marzo quando saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti dell'Eurosistema relative anche al 2018. Nel frattempo si lavorerà al fine di assicurare che sussistano tutte le condizioni tecniche affinché l'intera gamma di opzioni sul piano delle politiche sia disponibile per essere eventualmente applicata».

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