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Etruria, pronto l’esposto degli azionisti

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Etruria, pronto l’esposto degli azionisti

  • –Sara Monaci

Sono in tutto dieci i procedimenti a carico di Pierluigi Boschi, ex vicepresidente di Banca Etrurtia e padre della ministra Maria Elena, aperti dalla procura di Arezzo, quasi tutti archiviati. È il quadro che emerge dalle carte che la procura generale di Firenze ha inviato al Csm, che deve decidere se c’è stata incompatibilità tra il ruolo di procuratore di Roberto Rossi (titolare di 4 dei 10 procedimenti) e un incarico di consulenza per il governo svolto dal magistrato sino a dicembre dello scorso anno. Ne resta aperto uno solo su cui c’è una richiesta di archiviazione e che risale al dicembre 2014, quando Rossi era già alla guida della procura toscana. Il Csm si era già pronunciato sull’assenza di conflitto di interessi, ma poi è tornata agli onori della cronaca una vicenda giudiziaria del 2010 che riguardava Boschi e su cui il procuratore ha indagato (con archiviazione), mentre Rossi aveva invece dichiarato di non conoscere l’ex presidente. Ci sarà quindi bisogno di un ulteriore chiarimento e un’integrazione di documentazione. I procedimenti archiviati riguardano turbativa d’asta, estorsione, dichiarazione infedele e reati fiscali. Rimane aperto un fascicolo per mancati versamenti di contributi, ma è stata chiesta l’archiviazione.

Il tribunale fallimentare di Arezzo ha convocato per l’udienza dell’8 febbraio Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, che dovrà dare la sua testimonianza tecnica sul caso del dissesto di Banca Etruria. Chiamati anche il liquidatore Giuseppe Santoni, l’ex presidente Lorenzo Rosi e Antonio Pironta e Riccardo Sora, commissari della banca. Il tribunale dovrà decidere se dichiarare insolvente la “vecchia” Etruria. Intanto proseguono anche le vicende connesse al dissesto della banca, su cui sono aperti 4 filoni di indagine: ostacolo alla vigilanza, emissione di fatture false, conflitto di interessi e truffa. E dopo gli obbligazionisti, ora si muovono gli azionisti. Sono ormai in 200 ad aver dato mandato legale per la difesa dei propri interessi, a fronte di presunte manovre speculative sul titolo della banca tra il 2014 e il 2015. Manovre che nasconderebbero il sospetto di insider trading o aggiotaggio. L’avvocato Riziero Angeletti presenterà nei prossimi giorni un esposto a tre procure.Continua pagina 26

Quella di Arezzo, perché da lì è partita l’inchiesta sul dissesto finanziario di Banca Etruria e perché in questa sede già si indaga sulle presunte truffe ai danni degli obbligazionisti; quella di Roma, perché nella capitale c’è già un’indagine (contro ignoti e senza reati) relativa alle attività degli organi di vigilanza; quella di Milano, in quanto competente di reati di società quotate in Borsa. Secondo avvocato e azionisti per oltre un anno e mezzo il titolo della banca ha avuto un andamento talvolta inspiegabile su cui anche la Consob ha acceso un faro. Alcuni consulenti finanziari sottolineano i passaggi più significativi: il titolo Etruria, anche negli anni passati, poteva avere al mattino un quantitativo di ordini superiore a volte ai 500mila pezzi in vendita o in acquisto, poi tolti prima dell’inizio delle contrattazioni. Troppi, dicono, considerando i reali passaggi di mano della giornata e il flottante complessivo. Sempre secondo gli azionisti ci sarebbero inoltre altri passaggi cruciali. Nell’aprile 2014 il management di Pop Vicenza annuncia la fusione con Etruria. Ma la fusione non arriverà. L’operazione è rimandata al cambio imminente di cda, che arriva nel maggio 2014. Nonostante i nuovi vertici non siano entusiasti di fronte all’offerta della banca vicentina (che offre un euro ad azione), i contatti tra le due banche riprendono, pur senza conclusione. Nell’agosto 2014 Mediobanca, che era advisor di Vicenza nel lancio di proposta di un’Opa su Etruria, diventa l’advisor della banca aretina per la ricerca di un partner. Il 25 novembre 2014 Consob pubblica con due anni di ritardo che Mediobanca aveva avuto una posizione “short” (compravendita di titoli allo scoperto) su Etruria due anni prima, fino al 28-12-2012. E il giorno della pubblicazione di questo dato il titolo si impenna. Anche su questo doppio ruolo di Mediobanca gli azionisti vorrebbero approfondire la tempistica. A fine 2014, il titolo scende molto e arriva a capitalizzare circa 80 milioni a fronte di un patrimonio di oltre 500 milioni; poi il 22 dicembre il presidente Lorenzo Rosi annuncia che la ricerca di un partner finanziario verrà spostata a giugno 2015 (ma arriverà prima il commissariamento). Inoltre gli ultimi rumors di borsa di settembre 2014 che parlavano di apertura di posizioni al rialzo sulle popolari da Londra. Infine, a gennaio 2015 il titolo è salito di oltre il 60%, dal minimo storico di circa 0,36 è andato a circa 0,60 euro.

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