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Gm, i profitti 2015 balzano a 9,7 miliardi di dollari

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Gm, i profitti 2015 balzano a 9,7 miliardi di dollari

  • –Andrea Malan

General Motors segna un nuovo record di profitti nel 2015 grazie al boom in Nordamerica e riduce le perdite in Europa, dove l’obiettivo del pareggio è fissato per quest’anno. Il maggior gruppo automobilistico americano ha chiuso il 2015 con un fatturato di 152,4 miliardi di dollari (-2% sul 2014); l’utile operativo - al netto delle poste straordinarie - è salito a 10,8 miliardi contro i 6,5 dell’anno precedente, un balzo del 67% che lo porta al livello più elevato da quanto l’azienda è rinata dopo la bancarotta del 2009. Il margine è stato del 7,1% sui dodici mesi e del 7% nell’ultimo trimestre. Il risultato netto dell’intero esercizio è stato di 9,7 miliardi contro i 2,8 dell’anno precedente, aiutato da alcune poste contabili straordinarie. Nel quarto trimestre il fatturato è risultato stabile a 39,6 miliardi, i profitti operativi rettificati sono cresciuti a 2,8 miliardi da 2,4, l’utile netto è stato di 6,3 miliardi (da 1,1).

Come già per Fiat Chrysler e Ford la crescita dei profitti è stata trainata dal boom del mercato nordamericano, e in particolare delle vendite di Suv. L’utile operativo in Nordamerica ha raggiunto l’anno scorso gli 11,8 miliardi di dollari, e frutterà ai poco meno di 50mila dipendenti Usa iscritti alla Uaw un assegno di profit sharing di 11mila dollari a testa, che verrà pagato nel corso del mese di febbraio. Le perdite operative in Europa sono scese a 800 milioni di dollari dagli 1,4 miliardi del 2014 (300 milioni contro 400 nel 4 trimestre). Gm resta l'unico grande gruppo in perdita nel Vecchio continente; il numero uno europeo, Karl-Thomas Neumann, ha ribadito di recente l'obiettivo del pareggio per il 2016. La controllata Opel ha aumentato la quota di mercato in Europa per il terzo anno consecutivo, ma la quota complessiva è scesa per la chiusura delle attività in Russia e di Chevrolet. Quanto sia ancora difficile la situazione in Europa lo dimostra la Ford, che pur essendo tornata quest'anno in attivo nel Vecchio continente ha annunciato ieri l'intenzione di tagliare “centinaia” di posti di lavoro fra i colletti bianchi per aumentare la redditività e di ridurre i costi di produzione del 7 per cento.

Nonostante i dati positivi, Gm perdeva ieri quasi il 4% a metà seduta a Wall Street, più di Ford e Fca. Le prospettive per il 2016 del gruppo guidato da Mary Barra vedono un miglioramento del risultato operativo e dei margini. Alla domanda se il mercato Usa sia ormai arrivato al picco ciclico, Gm risponde che “i fondamentali del settore e dell'economia americana sostengono l'ipotesi di un mercato oltre i 17 milioni di veicoli per gli anni a venire”. Non un'inversione ciclica, dunque, ma un appiattimento a livelli alti, come quello che caratterizzò gli anni tra il 2000 e il 2007.

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