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Lavoro Usa e petrolio spaventano le Borse: Piazza Affari -2%

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la giornata dei mercati

Lavoro Usa e petrolio spaventano le Borse: Piazza Affari -2%

Le Borse europee hanno chiuso in rosso risentendo del calo di Wall Street (Dow Jones -1,29%, S&P500 -1,85%, Nasdaq -3,25%) e del nuovo calo del petrolio. Il barile ha lasciato sul terreno 83 centesimi, il 2,62%, a quota 30,89 dollari. Rispetto ai 33,62 dollari al barile a cui aveva finito la settimana scorsa, la flessione è -8,12 per cento. Si tratta della prima settimana in calo dopo due in rialzo. A gennaio, inoltre, ha frenato la crescita dei nuovi posti in America: sono stati 151mila, numero inferiore alle attese degli analisti che prevedevano 185mila unità. La disoccupazione scende invece dal 5% al 4,9 per cento.

Chiusura pesante per Piazza Affari, che conclude la settimana in territorio negativo (Ftse Mib -2,13% a 17.240 punti), tra scambi in rialzo per 3,4 miliardi di euro di controvalore. Sul paniere dei titoli principali ha prevalso il segno meno con forti cali per Finmeccanica (-5,91%), dopo l'inchiesta avviata dalla Procura di Milano sul contratto con Hitachi per la vendita a quest'ultima del 40% di Ansaldo Sts (+0,1% a 9,95 euro), che si è mantenuta al di sopra del prezzo dell'Opa rivisto dalla Consob a 9,89 euro. Sotto pressione Bpm (-5,75%) e Banco (-5,67%), le due popolari indicate come prossime al matrimonio.

Pioggia di vendite anche su Poste Italiane (-5,45%), mentre hanno corso Mps (+3,51%), i cui conti si sono poi rivelati essere in linea con i preliminari di gennaio, e Ubi Banca (+1,96%), che non viene ancora del tutto esclusa dal processo di aggregazione tra Popolari, favorita oggi anche dalla raccomandazione di acquisto di Hsbc. In calo Bper (-2,09%), bene Carige (+2,03%), sotto tiro Creval (-4,4%), più cauta invece Popolare Sondrio (-1%). Difficoltà per Intesa (-3,87%), che ha invertito la rotta dopo una prima reazione euforica ai conti, che però non sono stati apprezzati dagli analisti, che hanno sottolineato il “dividendo oltre le stime”, ma anche “risultati al di sotto delle attese, a causa principalmente di un rialzo dei costi del personale” come ha sottolineato Citigroup.

Pochi i rialzi, da Cnh (+6,29%), sulla scia dei risultati della rivale svedese Volvo (+1,72%), che ha visto crescere la domanda di camion in Europa del 20% nell'ultimo trimestre dell'anno. Bene anche Tenaris (+1,79%), Buzzi (+1,13%) ed Fca (+1,1%), in linea con l'andamento del settore in Europa. Tra i minori scivolone di Landi Renzo (-20,41%) e Zucchi (-19,21%), bene invece Caleffi (+4,47%) e As Roma (+3,09%)

L'Italia chiede all'Europa l'introduzione di «una fase transitoria» nell'applicazione del nuovo regime di risoluzione delle banche in crisi. «Stiamo riscontrando un aumento dell'instabilità invece che della stabilità», ha sottolineato ieri in Senato Padoan, ribadendo la solidità del sistema bancario italiano, i cui titoli sono stati oggetto di pesanti realizzi in Borsa dall'inizio dell'anno. Un messaggio che sostanzialmente riecheggia quello di Visco al congresso Assiom-Forex dello scorso week-end. Slittato intanto alla prossima settimana il decreto legge sul pacchetto di misure per rafforzare il sistema creditizio.

Sul mercato valutario continua ad essere protagonista il dollaro, con nuovi segnali di debolezza sulle principali valute considerato che gli investitori danno ormai per scontato che la Fed non alzi i tassi di interesse a marzo e, a questo punto e visti i segnali di debolezza dell’economia Usa emersi dagli ultimi dati macro, iniziano a mettere in dubbio anche il rialzo “programmato” a luglio. In mattinata l’euro viaggiava intorno a 1,12 dollari, nel pomeriggio però è ritornato è sceso un po’ sotto in area 1,115.

Sul mercato obbligazionario si amplia lo spread BTp-Bund oltre i 120 punti base. Gli investitori acquistano Bund con il rendimento decennale che scende sotto lo 0,3% mentre il BTp resta un po’ debole in questa fase, ma comunque al riparo grazie agli acquisti della Bce nell’ambito del piano di quantitative easing (rendimenti dei bond dell’Eurozona).

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