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Banca Etruria, a giorni decisione giudici su insolvenza

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processo ad arezzo

Banca Etruria, a giorni la decisione dei giudici sull’insolvenza

Il tribunale fallimentare deciderà «a breve» sia sull'istanza di insolvenza di Banca Etruria chiesta dal commissario Santoni, sia sull'eccezione di costituzionalità del decreto salva-banche presentata dai legali dell'ultimo presidente della vecchia Banca Etruria Lorenzo Rosi. Lo hanno riferito sia il procuratore Roberto Rossi sia l'avvocato Michele De Sario al termine dell'udienza di stamani: «dovrebbe essere una decisione che verrà presa in pochi giorni». Rossi ha poi spiegato che il tribunale ha chiesto a tutte le parti se volevano una decisione unica sia sull'eccezione di incostituzionalità sia sull'insolvenza, «tutti hanno accettato la discussione congiunta e la discussione comune».

Banca Etruria, pm Rossi: abbiamo chiesto insolvenza
La procura di Arezzo presente oggi all'udienza del tribunale fallimentare di Arezzo sull'istanza di insolvenza presentata dal commissario Santoni ha chiesto «l'insolvenza della vecchia Banca Etruria, ritenendo non fondata l'eccezione di costituzionalità presentata dai legali dell'ultimo presidente Lorenzo Rosi». Lo ha detto il procuratore Roberto Rossi spiegando poi che anche Banca d'Italia e gli ultimi due commissari di Etruria «ritengono che ci siano i presupposti per la dichiarazione di insolvenza»

Al via oggi processo per insolvenza Banca Etruria
È iniziato oggi il processo sullo stato di insolvenza della vecchia Banca Etruria presso il tribunale fallimentare di Arezzo. L'istituto di credito è stato commissariato nel febbraio 2015 dopo che la Banca d'Italia aveva individuato, sulla base delle ispezioni compiute, un grave dissesto finanziario. Sulla richiesta di insolvenza è chiamato a giudicare il collegio guidato dal presidente del Tribunale Clelia Galantino, con il giudice relatore Antonio Picardi e il giudice Paolo Masetti. Il 28 dicembre il liquidatore Giuseppe Santoni ha presentato la dichiarazione di insolvenza, passo necessario dopo il cosiddetto decreto salva-banche approvato dal governo il 22 novembre scorso che ha causato la messa in liquidazione coatta di Banca Etruria.

Se il verdetto accoglierà il ricorso di Santoni, verrà dichiarato lo stato di insolvenza e il fallimento. A quel punto, il Tribunale nominerà un curatore fallimentare; se questi dovesse ravvisare condotte penalmente rilevanti a carico dei vecchi amministratori (tra cui l'ex presidente Lorenzo Rosi e l'ex vice presidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena), il collegio dei giudici trasmetterà la relazione alla Procura di Arezzo. Toccherà quindi al procuratore capo Roberto Rossi e agli altri pubblici ministeri del pool che indagano sul caso Banca Etruria (sono stati aperti finora quattro filoni d'inchiesta) analizzare le ragioni che hanno portato l'istituto di credito ad avere i conti in profondo rosso, ipotizzando il reato di bancarotta fraudolenta.

La relazione del commissario Santoni
Nella relazione di Santoni compare, tra l'altro, una severa critica della gestione dei prestiti concessi dall'istituto e mai rientrati per le difficoltà economiche, quantificati in «circa 3 miliardi di euro». Si legge nella relazione: «Le criticità affrontate con grave ritardo dagli organi aziendali erano consistite nella mancata tempestiva adozione di strategie, politiche e strutture dedicate alla gestione dei crediti deteriorati». Nella relazione che accompagna la richiesta di insolvenza, si individua in un miliardo e 167 milioni di euro il deficit complessivo della banca messa in liquidazione coatta amministrativa dal decreto del 22 novembre (587 milioni per il deficit accumulato al 30 settembre e 580 accumulati al momento della risoluzione del 22 novembre) e in 305 milioni di euro la somma che la vecchia Banca Etruria non sarebbe in grado di restituire al fondo di risoluzione (283 milioni) e ad alcune categorie di obbligazionisti subordinati (22 milioni).

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