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scenari sui mercati

Borse, i segnali della tempesta perfetta: dal «rimbalzo del gatto morto» alla corsa all’oro

Parola d’ordine: liquidi. Il consiglio che gli addetti ai lavori danno ai risparmiatori in questa fase di turbolenza sui mercati finanziari è di assumere il più possibile posizioni liquide. Perché non è dato sapere al momento quando la tempesta si esaurirà. Ci sono infatti numerosi segnali che indicano che quello in corso (Piazza Affari -20% da inizio anno, ma vanno male tutti i listini su scala globale) non sia un ribasso giunto al capolinea.

Sale l’oro nonostante la bassa inflazione
Il primo segnale lo si può notare nell’andamento del prezzo dell’oro. Da inizio anno è salito del 10%. Anche oggi il metallo giallo viene comprato e torna a 1.170 dollari l’oncia, livelli che non vedeva dallo scorso autunno. «L'oro rimane un bene rifugio in momenti di elevata volatilità, ma non bisogna dimenticare che il dollar index (un basket di valute contro dollaro) si è deprezzato dell’1,8% e con l'euro del 2,9% da inizio anno, quindi l'effetto valuta ha contribuito in parte a questo trend positivo dell'oro - spiega Marco Aboav, macro portfolio manager di MoneyFarm -. Potremmo trovarci nel 2016 ad una guerra valutaria tra Paesi sviluppati tramite nuovi allentamenti monetari per importare inflazione: in Giappone è stato annunciato, in Europa potrebbe essere presentato a marzo, negli Stati Uniti gli stress test richiesti dalla Fed per le banche americane includono anche uno scenario con tassi negativi, ci si aspetta ulteriori svalutazioni della valuta cinese. Se la guerra valutaria fosse intrapresa da tutte le banche centrali dei paesi sviluppati, l'oro rimarrebbe l'unica valuta a beneficiarne». Certo, di mezzo c’è la svalutazione del dollaro che di per sé dà forza intrinseca all’oro e a tutte le materie prime quotate in dollari. Ma l’attuale guerra delle valute non è l’unico motivo che sta spingendo l’oro. «Quello che preoccupa - spiega Massimo Siano, capo per il Sud Europa di Etf Securities - è che il metallo giallo stia salendo pur in assenza di prospettive di aumento dell’inflazione». Si sa, infatti, che l’oro è un bene rifugio, ma lo è soprattutto nelle fasi che preludono a un’impennata dell’inflazione, dato che l’oro protegge dal rincaro del costo della vita.

Troppi rimbalzi “del gatto morto”
Un altro segnale da tempesta perfetta lo si legge osservando la prova di forza dei mercati azionari. Questa mattina nella prima mezz’ora di scambi Piazza Affari è arrivata a guadagnare oltre un punto percentuale. Ma il rimbalzo è durato pochissimo. Dopo un’ora l’indice perdeva già il 2% con un’escursione intraday di tre punti percentuali. Perché accade questo? «Sono i classici rimbalzi del gatto morto - spiega un esperto -. Quando cade da una grande altezza anche un gatto rimbalza ma questo non significa che non stia cadendo». Per spiegare lo stesso fenomeno si può usare anche la metafora del pescatore. «Durante le fasi ribassiste gli speculatori testano la forza del mercato e lo lasciano andare per un po’ - spiega un trader -. Se vedono che il mercato non ha una grande spinta, tornano di nuovo all’attacco. Un po’ come fa il pescatore con il pesce che ha abboccato all’amo. Dopo averlo acchiappato molla un po’ la presa per testarne la forza. Una volta scoperto che il pesce non ha grande forza per salvarsi con le proprie forze, il pescatore capisce che la presa è quella giusta e poi dà il colpo di grazia». I numerosi rimbalzi della prima mezz’ora delle ultime sedute non sarebbero quindi altro che dei test degli speculatori per testare la capacità del mercato di risollevarsi da solo. Ma se questo fa appena +1% dopo aver perso il 20% si capisce che non ha molta forza e quindi questo dà nuovo spazio agli speculatori per attaccare, per andare a mettere in risalto i punti di debolezza di un mercato.

Troppi punti deboli
E di punti di debolezza, in questo momento, ce ne sono fin troppi. Così come ci sono fin troppi capri espiatori che possono essere additati per giustificare le vendite. L’introduzione del bail-in (che sposta la responsabilità dei salvataggi bancari dagli Stati ai clienti della banca) in Europa e la mancanza di un’adeguata regolamentazione europea (non esiste al momento un fondo interbancario di salvataggio in Europa ma ogni Paese deve cavarsela da solo) offre un segnale di debolezza che gli speculatori stanno andando a scalfire. Un altro punto di debolezza riguarda il prezzo del petrolio. Si sa che c’è troppa offerta ma manca un accordo politico tra Paesi Opec e Paesi non Opec per ridurre la produzione. Questa, nella logica di uno speculatore, è manna dal cielo perché sa che fino a che non verrà trovata un’intesa in tal senso le probabilità di guadagnare andando all’attacco (con vendite allo scoperto) crescono.

La bolla dei Paesi emergenti
Altro elemento di incertezza, altro punto a vantaggio di volatilità e speculatori. La Federal Reserve avrebbe dovuto alzare i tassi a marzo. Ma non lo farà perché l’economia Usa rallenta e poi c’è una bolla nei Paesi emergenti (fortemente indebitati in dollari) che sta esplodendo lentamente ma è pronta ad esplodere con maggiore irruenza in caso di rialzo dei tassi.

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