TORINO
Si è chiusa ieri, in un clima decisamente migliore di quello con cui era cominciata, la prima parte del road show del ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, che a Londra ha incontrato 120 tra analisti e investitori per illustrare il bilancio approvato venerdì scorso dal Consiglio di Gestione della banca.
Ieri, con un balzo - il maggiore di Piazza affari - del 14,45%, il titolo ha recuperato ampiamente il doppio tracollo di lunedì e martedì, ma la volatilità dei bancari resta altissima, e a Londra si è parlato molto non solo di Intesa ma dello stato di salute del credito in Italia.
Da analisti e investitori sono arrivate più domande che risposte, vista l'alta componente speculativa di vendite dettate da fondi hedge e algoritmi, ma il settore, ha ricordato Messina, presenta elementi sorprendenti, a partire da un common equity tier 1 superiore alla media europea, accompagnato da un leverage più basso dei competitor: di qui, ha ribadito il manager, la necessità di valorizzare i fondamentali delle banche italiane
di
Compreso quello relativo ai crediti deteriorati: che ci sono, e sono un problema, ma di dimensioni decisamente più circoscritte di quello che pensa il mercato. Così Messina ha ricordato che è fuorviante parlare dei 200 miliardi di sofferenze lorde, e che ciò che conta sono gli 85 miliardi di sofferenze nette, spesso garantite da un collaterale di buona qualità - complice la ripresa del mercato immobiliare - che ora dovrebbe rendersi più facilmente recuperabile grazie ai continui ritocchi della normativa di settore. Anche Intesa, ha ribadito il ceo a Londra, darà ulteriore impulso alla gestione attiva degli Npl, dopo un ultimo trimestre 2015 che ha visto lo stock dei crediti deteriorati ridursi del 3%. Le cessioni, una delle mission principali della capital light bank di gruppo, sono parte del piano d'impresa, che è stato al centro della presentazione: in particolare gli obiettivi già raggiunti e talvolta superati, come i 2,4 miliardi di dividendi in distribuzione sull'esercizio 2015, 400 milioni in più dell'obiettivo fissato. Per il 2016 Messina ha confermato - per ora - i 3 miliardi di cedola cash, ma non si escludono sorprese se, come sembra in questo primo scorcio, i motori del gruppo continueranno a girare: le commissioni - con un focus particolare sui prodotti assicurativi - ma anche il margine d'interesse, che in una fase persistente di tassi bassi sarà sostenuto dai volumi in crescita, grazie anche ai flussi in ingresso di raccolta proveniente da banche considerate (dai risparmiatori) meno solide di Intesa. A proposito di tassi, Intesa - ha illustrato il ceo, affiancato dal cfo Stefano Del Punta - continuerà a monitorare i diversi mercati per le proprie attività di funding, inaugurate con una doppia emissione (1,25 miliardi di additional tier1 in euro e 1,5 miliardi di subordinato tier2 in dollari) conclusa con successo nei primi giorni, già caldi, di gennaio. Come noto, il gruppo ha in totale nel 2016 25 miliardi di titoli in scadenza, di cui 14 wholesale e 11 retail. Il road show riprenderà la settimana prossima, con una nuova tre giorni - da martedì a giovedì - tra New York e Boston: in agenda altri 200 incontri con analisti e investitori, in rappresentanza di quel 65% del capitale della banca in mano ai fondi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA