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L’oro balza del 5%, è il miglior asset del 2016

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metalli preziosi

L’oro balza del 5%, è il miglior asset del 2016

L’oro continua a sorprendere, con una cavalcata che sembra prendere forza ogni giorno di più. Il metallo ieri ha guadagnato oltre il 5%, raggiungendo 1.260 dollari l’oncia e rafforzando la sua posizione di miglior asset del 2016: il guadagno finora supera il 17 per cento.

Nessuno, fino a poche settimane fa, l’avrebbe immaginato. Del resto, questo doveva essere l’anno della risalita dei tassi di interesse, almeno per la Federal Reserve. Invece la banca centrale americana si è fermata e Janet Yellen, testimoniando davanti al Congresso, ha addirittura affermato di «non scartare» la possibilità di tassi negativi, peraltro già ampiamente sperimentati da altre autorità monetarie (ultima, ieri, la banca centrale svedese che ha abbassato il costo del denaro fino a -0,50%).

Il capovolgimento delle politiche monetarie della Fed ha molto a che vedere con la resurrezione dell’oro, che non offre alcun rendimento e tende a perdere attrattività quando i tassi di interesse risalgono. L’altro fattore rialzista - legato a filo doppio col primo - è il drammatico peggioramento delle aspettative sulla salute dell’economia mondiale.

Come ha detto la stessa Yellen, il crollo del petrolio finora ha fatto più male che bene alla crescita. I mercati finanziari, letteralmente impazziti, aggravano i rischi: la paura di un ritorno in recessione, per quanto irrazionale, potrebbe trasformarsi nella classica profezia autoavverante.

Diversi analisti restano scettici sulla sostenibilità del rally dell’oro: Goldman Sachs, ad esempio, insiste che ci sarà una caduta a 1.000 $ entro fine anno, perché l’economia Usa si rafforzerà e la Fed tornerà ad alzare i tassi. Ma in un clima come quello di questi giorni, con le borse che vanno a picco, non stupisce che tra gli investitori si sia scatenata una corsa al bene rifugio: ieri mentre l’oro correva fino a un picco di 1.260,60 $/oncia il rendimento dei Treasuries a 10 anni crollava ai minimi da oltre tre anni (1,53%). Nella fuga dal rischio pure lo yen è tornato in auge, portandosi ai massimi da 14 mesi sul dollaro.

«La gente non ha più idea di dove possa mettere i soldi», commenta Bernard Sin, responsabile trading di Mks, raffinatore svizzero di oro. «Un sacco di denaro si sta riversando sul mercato e c’è interesse da parte di molti nuovi player». Dopo tre anni consecutivi di riscatti, nel 2016 gli Etf sull’oro sono in effetti tornati ad attirare flussi positivi. E che flussi: il patrimonio, stima Bloomberg, da inizio anno è aumentato di 8,2 tonnellate (a 1.571,3 fino a mercoledì), uno sprint che non si vedeva dall’avvio del 2009.

La domanda di oro, in generale, sta migliorando. Nel quarto trimestre 2015 secondo il World Gold Council è aumentata del 4%, a 1.117,7 tonnellata, un record da oltre due anni, guidata soprattutto dagli acquisti di riserve auree da parte delle banche centrali e dagli investimenti, compresi quelli in oro fisico: in Cina l’acquisto di monete è salito del 25%, dopo che Pechino ha svalutato lo yuan. Restano comunque deboli i consumi in gioelleria - la componente più importante - e per l’intero 2015 la domanda complessiva di oro è leggermente calata (a 4.212 tonn), sia pure a fronte di un ben più marcato declino dell’offerta, che è stata la più bassa dal 2009 (-4% a 4.258 tonn).

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