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Telecom vara il riassetto interno

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Telecom vara il riassetto interno

Telecom Italia riorganizza il business alla vigilia del consiglio che dovrà esaminare il piano industriale. Non cambiano le responsabilità manageriali, ma vengono modificati i perimetri di competenza. Prima c’erano due macro aree che dividevano la clientela in business e consumer.

La funzione consumer, affidata a Stefano De Angelis, seguirà ora oltre al retail anche la clientela delle aziende di piccole dimensioni. Sotto quest’area resterà ancora la parte multimedia-entertainment.

La funzione business, che segue le grandi imprese e la pubblica amministrazione, sempre sotto a Simone Battiferri, viene ridenominata Ict solutions & service platforms, con l’obiettivo di fornire anche soluzioni di information & communication technology. A quest’area fanno capo Olivetti e, con la riorganizzazione varata ieri, anche Sparkle che prima era a sé stante. Non è previsto nessun avvicendamento al vertice di quest’ultima società, che gestisce la rete di cavi internazionali, dove l’ad Alessandro Talotta ricopre anche la carica di presidente (nè sono in agenda cda di Sparkle per cambiare assetto).

La divisione servizi di caring (affidata a Paolo Tazzioli), che era sotto la funzione operations, viene “spacchettata” rispondendo all’area Consumer & small enterprise market, mentre le attività relative alla clientela corporate confluiscono nell’area Ict solutions & service platforms.

La funzione operations, sotto la responsabilità di Giuseppe Roberto Opilio, viene ribattezzata Technology. Sotto quest’area c’è la rete di tlc, mentre Openaccess, la divisione che si occupa della rete d’accesso è già stata spostata sotto la divisione wholesale che risponde direttamente all’amministratore delegato. Quest’ultimo passaggio era stato deciso nell’ambito di un rafforzamento delle garanzie di pari trattamento per gli operatori alternativi.

Da segnalare infine, come riferisce l’agenzia Radiocor, che per la società che si occupa di information technology è prevista la cessione di una quota di minoranza (si parla del 15%) per fare entrare un partner industriale. L’ipotesi sarà contenuta nel piano industriale che sarà esaminato lunedì dal board Telecom e presentato il giorno successivo alla comunità finanziaria a Londra.