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Unipol apre a una fusione con UnipolSai

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Unipol apre a una possibile fusione con UnipolSai

L'accorciamento della catena di controllo del gruppo Unipol non è più un tabù. Il segnale è arrivato ieri durante la conference call di presentazione dei risultati 2015 durante la quale il ceo di Unipol Gruppo e di UnipolSai, Carlo Cimbri, non ha escluso la possibilità che sia un'operazione sulla quale ragionare in futuro. «Finché Unipol Gruppo controllerà una banca è un tema che non può essere affrontato», tuttavia se l'istituto dovesse uscire dal perimetro «è un dossier da valutare».

Non è un mistero che Unipol Banca sia ritenuto dai vertici un asset non strategico e più volte Cimbri ha ipotizzato un coinvolgimento della controllata nel prossimo risiko bancario. Eliminato l'ostacolo (l'istituto detiene ancora 3,9 miliardi di crediti deteriorati, coperti per il 44,5%), quindi, l'integrazione potrebbe essere uno step funzionale a dare forma definitiva alla galassia dopo il maxi riassetto targato FondiariaSai. Un passaggio, peraltro, che sarebbe gradito anche al mercato. Tanto più, fanno notare alcuni operatori, considerato quello che sta avvenendo a monte della catena di controllo, con la creazione di Coop Alleanza 3.0 e il prossimo scioglimento di Finsoe. Il progetto, detto ciò, «non è comunque al momento allo studio». Ci vorrà ancora del tempo perché possa eventualmente prendere forma.

Nel mentre, UnipolSai è alla vigilia di un nuovo piano industriale dopo che, come ha ricordato Cimbri, il progetto 2013-2015 è arrivato a compimento nel rispetto dei target chiave. Il prossimo business plan, che «aprirà una nuova fase», verrà presentato al mercato a maggio, potenzialmente tra il 10 e il 12 maggio, e toccherà al nuovo vertice mettere il sigillo al progetto.

Come è noto, per volere della vigilanza, Cimbri dovrà lasciare entro giugno una delle cariche che oggi ricopre e, di fatto, l'assemblea di approvazione del bilancio che si terrà a fine aprile sancirà il passaggio di testimone con l'ascesa di Matteo Laterza alla guida di UnipolSai. A quel punto, una volta insediato il nuovo consiglio, il board approverà il piano sul quale verrà alzato il velo al più tardi per metà di maggio. A quell'appuntamento, ha sottolineato Cimbri, UnipolSai arriverà dopo aver archiviato con successo il piano di aggregazione: «Con la cedola 2015 abbiamo distribuito ai soci più o meno 1,5 miliardi di euro, cifra di fatto pari al valore dell'aumento di capitale richiesto, 1,7 miliardi, per dar vita al progetto: è come se la gestione avesse autofinanziato l'acquisizione». Complice un utile complessivo nei tre anni di piano di 2,21 miliardi, generato da una redditività che si è rivelata più elevata sia nel vita che nel danni (5% e 4,5% contro target del 3,9% e del 3,3%). A ciò si è aggiunto un combined ratio di fatto in linea con le previsioni, al 94,6% nel 2015 per UnipolSai e un margine di solvibilità vicino all'obiettivo (177% contro 180%). Ciò sebbene sia stata adottata una politica di riservazione particolarmente prudente (1,5 miliardi di riserve in più dal 2012 ad oggi) e alcune dinamiche di business si siano rivelate meno favorevoli del previsto. Unipol Banca, per esempio, è costa 750 milioni a Unipol Gruppo in termini di accantonamenti, e la galassia ha comunque dovuto fare i conti con 1 miliardo di euro di svalutazioni nel settore immobiliare.

Per tutte queste ragioni, per la cedola messa sul piatto, che ai prezzi della vigilia garantiva un rendimento del 10% sul titolo UnipolSai, e grazie all'ondata di acquisti che si è riversata sul listino milanese, ieri le azioni delle due società hanno archiviato la seduta in forte ascesa: la holding ha chiuso in progresso del 3,09% mentre la controllata è balzata dell'11,03% a 1,72 euro. Il mercato, in particolare, ha guardato con attenzione al dividendo che per i soci UnipolSai sarà di 0,15 euro mentre per quelli di Unipol di 0,18 euro (a fronte di un utile netto consolidato di 579 milioni in crescita del 14,6%). Il tutto nel rispetto della politica di pay out prevista da piano: 63% medio per UnipolSai e 67% per Unipol.

Nel 2015 la controllata ha registrato un risultato civilistico di 550 milioni a fronte di un utile netto consolidato di 738 milioni di euro (783 milioni nel 2014) che ha scontato un impatto fiscale negativo straordinario di 84 milioni. La raccolta assicurativa diretta è risultata pari a 13.982 milioni di euro (-8,8%2, al netto della cessione del ramo d'azienda ad Allianz), di cui 7.334 milioni dal ramo danni (-5,3%2, al netto della cessione del ramo d'azienda ad Allianz) e 6.648 milioni dal vita (-12,3%). Il combined ratio si è attestato al 93,9% (94,6% al netto della riassicurazione), dato migliore rispetto alle attese del mercato che lo stimavano superiore al 95%. Il margine di solvibilità è pari a 177%, a marzo verrà dato il dato sulla Solvency II che dovrebbe risultare in linea con Solvency I. Infine, la raccolta diretta assicurativa di Unipol si è attestata invece a 16.476 milioni (-4,2%) In caso di shopping all'estero l'Europa «non è il primo ambiente in cui guarderei», ha detto Cimbri, in quanto si tratta di «mercati maturi con poche prospettive».

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