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Borse, Tokyo risale (+2,3%) e ignora i deboli dati…

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la giornata dei mercati

Borse, Tokyo risale (+2,3%) e ignora i deboli dati sull’export giapponese

La Borsa di Tokyo ha ignorato oggi i deboli dati commerciali e, incoraggiata dalla precedente performance di Wall Street e da un rimbalzo dei prezzi petroliferi, si è indirizzata in decisa ripresa (+2,28 a 16.196,8 punti il Nikkei in chiusura) nel quadro di una tendenza positiva estesa ad altri mercati asiatici. Lo yen si è attestato poco al di sotto della soglia di 114 nei confronti del dollaro, in leggero rialzo dopo il rilascio dei verbali della Federal Reserve e altri commenti provenienti dalla banca centrale Usa, che lasciano ipotizzare un ampio rinvio di eventuali manovre restrittive.

I dati doganali segnalano che a gennaio le esportazioni giapponesi sono scese del 12,9%, il peggior calo dall’ottobre 2009, guidate da un cedimento del 17,5% dell’export verso la Cina (-5,3% verso gli Usa e -3,6% verso l’Unione europea). Le importazioni sono diminuite del 18% , lasciando un disavanzo commerciale mensile di 645,9 miliardi di yen. L’import dalla Ue, però, è salito del 6%. Dalla Cina è giunta oggi la notizia che l’inflazione al consumo a gennaio è salita all’1,8% dall'1,6% di dicembre, ma i prezzi alla produzione sono calati del 5,3% (47esimo mese consecutivo di declino).

Tra i singoli titoli a Tokyo brilla Nintendo assieme al partner DeNa, dopo l’apertura delle preregistrazioni per la sua prima app per smartphone, Mitomo. Si riprende il titolo di Takata sulle anticipazioni di una ristrutturazione in Europa. Intanto il membro del board della Banca del Giappone, Koji Ishida, ha avvertito che prolungate turbolenze dei mercati globali potrebbero avere un impatto decisamente negativo sull’economia giapponese deprimendo il “sentiment” di consumatori e aziende. D’altra parte, le modeste richieste di incrementi salariali effettuate dai sindacati dei metalmeccanici – pari alla metà, in termine di stipendio base, di quelle avanzata nella precedente tornata di trattative – fanno pensare che non ci sarà un rilancio dei consumi, il cui andamento più che stagnante ha portato il Pil giapponese del quarto trimestre 2015 in negativo.

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