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Ubi, patto tra i grandi soci sul 12%

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Ubi, patto tra i grandi soci sul 12%

L’«anima bresciana» dei soci di Ubi si coagula in vista dell’assemblea dei soci attesa in primavera. Alcune delle principali istituzioni, famiglie imprenditoriali e espressioni di professionisti, residenti nelle principali zone in cui Ubi è storicamente radicata ed opera (tra cui Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino, Emilia Romagna) hanno sottoscritto un patto di consultazione e di voto. All’accordo hanno aderito 173 azionisti, rappresentati nel patto da 39 soggetti capogruppo, conferendo azioni pari all'11,95% del capitale, livello che però può salire in virtù di nuove adesioni.

L’accordo parasociale, che è presieduto da Alberto Folonari, nasce per la nomina del nuovo consiglio di sorveglianza e «con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo nel medio e lungo termine del gruppo Ubi».

Ad affiancare Folonari saranno i vice presidenti Aldo Poli (presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia) e il docente bresciano Enrico Minelli e da un rappresentativo comitato di presidenza. «L’impegno degli azionisti del patto di consultazione, oltre che garantire stabilità e coesione dell'azionariato, vuole continuare a sostenere le azioni degli amministratori e del management», si legge nella nota. Il gruppo di soci bresciani ha annunciato anche la volontà di presentare una «propria lista» in vista del rinnovo del Cds e di voler «consultarsi sulla scelta dei candidati più idonei a ricoprire la carica di membri». L’annuncio del Patto tra bresciani segue a ruota quello costituito a inizio febbraio nella compagine bergamasca, il cosiddetto Patto dei Mille, accordo parasociale a cui hanno aderito 65 azionisti in rappresentanza del 2,27% del capitale. Si vedrà nei prossimi tempi se fra le due compagini ci sarà una convergenza per la presentazione di una lista unica.

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