Finanza & Mercati

Un nuovo spazio a Roma Termini

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Un nuovo spazio a Roma Termini

  • –Celestina Dominelli

L’apertura è prevista entro l’estate quando sarà finalmente accessibile al pubblico la prima parte del nuovo spazio di Roma Termini, realizzato sopra i binari e destinato a ospitare servizi primari di stazione su una superficie complessiva di 6500 metri quadri. Sono i numeri della nuova piastra servizi dello scalo ferroviario illustrati ieri dall’ad di Grandi Stazioni, Paolo Gallo, affiancato dal numero uno di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile, durante la visita del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. «Gli investimenti nelle grandi stazioni italiane sono importanti - ha commentato il ministro - Termini è il fiore all’occhiello e siamo qui per migliorare la qualità dell’accoglienza. Aumentare gli spazi e la fruibilità significa semplificare la vita dei cittadini».

Affacciata sui binari, l’intera area, realizzata dalla Claudio Salini Costruzioni, sarà climatizzata e dotata di punti di ristoro e servizi che avranno la peculiarità di essere aperti alla luce naturale come in un open space aeroportuale. «È un cantiere in movimento - ha spiegato l’ad Gallo - che si muoverà ancora nei prossimi 18 mesi. Ora siamo al 60% come stato di avanzamento dei lavori. Quando avremo terminato la piastra servizi , avremmo compiuto un grande passo avanti nella riqualificazione di Termini». Che include anche la realizzazione di un nuovo parcheggio sopra i binari, con 1500 posti tra auto, bici e moto, e consegna entro il 2019, per un investimento complessivo, tenendo conto anche della piastra servizi, di 125 milioni, di cui 21 milioni a carico di Grandi Stazioni.

L’obiettivo, ha chiarito il ceo di Rfi Gentile, «è quello di realizzare una struttura più funzionale per i viaggiatori e per chi frequenta abitualmente la stazione». Ma il restyling di Termini non è l’unico tassello dei piani di Gs. «Il 2015 - ha aggiunto Gallo nel corso dell’iniziativa, alla quale era presente anche il numero uno dell’Autorità dei Trasporti, Andrea Camanzi - è stato un anno di svolta. Abbiamo completato la riqualificazione interna ed esterna di 6 delle 14 stazioni del nostro network, abbiamo gestito 100 milioni di investimenti, due e volte mezzo quanto fatto nel 2014, e abbiamo aperto 140 nuovi esercizi commerciali per 15mila metri quadri aggiuntivi».

Risultati «straordinari», per dirla ancora con l’ad, che Grandi Stazioni porta in dote al processo di cessione del retail insieme ai numeri del piano industriale messi nero su bianco nell’information memorandum consegnato ai 17 raggruppamenti in gara. Dal documento, infatti, emerge che l’utile netto di Gs Retail, partecipata al 55% da Fs e al 45% da Eurostazioni (Pirelli, Benetton, Caltagirone e Sncf), dovrebbe attestarsi nel 2015 ben sopra i 18 milioni (in rialzo del 10% circa sul 2014), per superare, nel 2020, la soglia dei 55 milioni, con un margine del 24% e un tasso annuo di crescita composto, tra 2014 e 2020, del 20%, mentre, a fine piano, i ricavi totali sono previsti sopra i 231 milioni, l’Ebitda maggiore di 107 milioni e l’Ebit a 83 milioni di euro circa. Una performance significativa, quindi, che spiega la forte attenzione manifestata per il deal, come ha ribadito ieri anche Delrio. «Siamo dentro a un’azienda che sta facendo bene al nostro paese e che sta investendo molto nelle stazioni - ha detto il ministro -. E l’interesse per la cessione dimostra che questa è un’azienda di qualità».

Il percorso per la valorizzazione di Gs retail prevede la presentazione, entro il 29 febbraio, delle offerte non vincolanti che l’azienda stima arriveranno da una dozzina di soggetti. Da questi, poi, saranno selezionati 6-7 candidati che avranno accesso alla data room e potranno avviare la due diligence per formulare, entro la penultima settimana di aprile, le proposte vincolanti e arrivare, di lì a breve, alla firma del contratto. Con il closing previsto a stretto giro compatibilmente con i tempi delle relative autorizzazioni.

I nomi in lizza per il dossier sono diversi. E, tra gli italiani in corsa, oltre ai fondi F2i e a Clessidra, come ha ricordato ieri anche Gallo, ci sarebbero anche Poste Vita, in tandem con il fondo infrastrutturale di Deutsche Bank, e, come anticipato dal Sole 24 Ore, l’imprenditore italiano Maurizio Borletti (la cui famiglia ha controllato per anni la Rinascente), che si sarebbe alleato con i francesi di Antin e Icamap. Ma su Gs Retail hanno acceso un faro anche i fondi sovrani: tra i candidati a rilevare la società sarebbero già in pista il fondo sovrano di Singapore Gic (già alleato di Snam, Edf e Crédit Agricole Assurances nella francese Tigf) e quello di Abu Dhabi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA