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Il Giappone che cambia: Sharp passa ai taiwanesi di Foxconn

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Il Giappone che cambia: Sharp passa ai taiwanesi di Foxconn

TOKYO – Sharp Corp ha deciso di vendersi ai taiwanesi di Foxconn in una operazione in cui per la prima volta una grande e centenaria societa' tecnologica giapponese accetta di finire in mani straniere nonostante la possibilita' di una “soluzione nazionale”.

Il board di Sharp ha infatti preferito la proposta di Foxconn (formalmente, Hon Hai Precision Industry) rispetto a quella avanzata dal fondo parapubblico Innovation Corp. Network of Japan. Foxconn e' pronta a investire oltre 650 miliardi di yen (circa 5,8 miliardi di dollari) per il rilancio di una societa' gia' reduce da due salvataggi bancari nell'arco di tre anni (con perdite nette per 545,3 miliardi di yen nell'annata 2013-2014 e per 222,35 miliardi di yen nell'annata 2014-2015). Il gruppo di Taiwan controllera' circa i due terzi del capitale di Sharp e potra' tra l'altro rafforzare il suo ruolo di primo fornitore della Apple.

Sharp riservera' all'acquirente un aumento di capitale da 480 miliardi di yen e utilizzera' i nuovi fondi ottenuti, oltre che per ripagare il debito, per sviluppare la produzione di pannelli Oled nell'impianto di Kameyama. La commercializzazione degli schermi Oled dovrebbe iniziare entro il 2019.

Vari analisti dubitavano che il governo giapponese lasciasse finire “all'estero” un gruppo che, se pure in crisi da tempo, ha vaste competenze e risorse nel settore hi-tech. Cosi', se l'Abenomics appare sempre piu' in difficolta' a livello di politiche macroeconomiche, a livello “micro” ora puo' rintuzzare le accuse di scarsa determinazione sul fronte della deregulation e di una maggiore apertura del suo mercato alla concorrenza. Una Sharp targata Taiwan, in effetti, e' un segno che il Giappone sta cambiando.

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