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«Nessuna alleanza Fca-Psa, dopo il no di Gm stiamo da soli»

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«Nessuna alleanza Fca-Psa, dopo il no di Gm stiamo da soli»

L’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne (Reuters)
L’amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne (Reuters)

«Non abbiamo discussioni in corso con Peugeot né con altri costruttori». Parlando al Salone dell'automobile di Ginevra, che apre i battenti domani per il pubblico, Sergio Marchionne - amministratore delegato di Fiat Chrysler - ha chiuso la porta (almeno per ora) alle ipotesi di aggregazione formulate nei giorni scorsi da vari analisti finanziari. Marchionne ha ribadito (ancora una volta) i target del piano 2014-2018 sui quali il gruppo è ora concentrato - primo fra tutti la riduzione del debito. Il manager italo-canadese, arrivato ieri mattina in Europa dagli Usa, ha assistito a ben cinque conferenze stampa di presentazione di nuovi modelli da parte dei vari marchi del gruppo: dalla Maserati Levante alle versioni meno corsaiole della Giulia, dalla Fiat Tipo Sw e due volumi alla Ferrari GTC4Lusso; un'offensiva di prodotto che non si vedeva da tempo e che punta ad approfittare della ripresa del mercato europeo (anche se i marchi premium hanno ambizioni globali). «Sono molto soddisfatto, è un salone molto importante perchè dimostra cosa Fca sia in grado di fare in termini di prodotti e coerenza con i vari marchi» ha detto il presidente John Elkann.

Alcuni modelli, come la Giulia, arrivano con un certo ritardo - ritardo spiegato da Marchionne con «l’immaturità tecnologica del progetto: per competere con i tedeschi non potevamo certo dare due martellate alla lamiera ed essere pronti». Per quanto riguarda il futuro, il SUV Alfa sulla stessa piattaforma - che dovrebbe essere lanciato verso fine anno - «è già pronto, ho visto le scocche a Cassino». Nessuna novità sul resto del piano Alfa, il cui completamento è slittato dal 2018 al 2020. La strada verso l'obiettivo di riportare in fabbrica tutti i lavoratori italiani ancora in Cassa integrazione è ancora lunga: «Posso solo dirvi che cercheremo di fare del nostro meglio» dice Marchionne.

Per ora i mercati dell'auto si muovono nella direzione giusta: «I dati di febbraio del mercato americano sono decenti, e quelli italiani anche» ha commentato Marchionne i numeri che sono stati poi rivelati nel corso della giornata. Per quanto riguarda il mercato italiano, i dati sono dettagliati nell'articolo qui sotto. Negli Usa Fiat Chrysler continua a crescere, con le vendite che sono salite del 12% a febbraio grazie, ancora una volta, a Jeep (+23%) e Ram (+27%); la benzina a buon mercato continua a favorire SUV e pick-up, che pesano ormai per l'80% delle vendite del gruppo negli Usa; sono invece in calo i marchi specializzati nelle auto vere e proprie: Chrysler -26% e Fiat -9%. Le prospettive per il resto dell'anno sono positive in Europa (+3% per il mercato, prevede Marchionne, ma Fca dovrebbe fare meglio), con un'avvertenza: «Se dovessero esserci turbolenze con un'eventuale uscita della Gran Bretagna dalla Ue dovremmo rivedere le previsioni». Il mercato Usa invece «è già tornato ai massimi del 2007 e ha raggiunto ormai il massimo congiunturale».

Come detto, Marchionne ha gettato acqua sul fuoco degli entusiasmi su possibili operazioni straordinarie - quelle operazioni su cui molti analisti scommettono per giustificare valutazioni positive del titolo Fca; ha però ribadito la strategia di guardare eventualmente solo a una fusione che cambi radicalmente paesaggio dell'industria automobilistica. «Abbiamo deciso di andare avanti da soli dopo che Gm ci ha detto no. Abbiamo parlato con altri e deciso di non accordarci con nessuno perché il gioco non vale la candela. Vorremmo un deal definitivo in grado di cambiare il panorama del settore automotive» ha ribadito il top-manager, il quale ha citato le giapponesi Suzuki e Mazda (con le quali già coopera) ha ha detto che «non sono abbastanza vicine» per inviare loro una lettera per proporre una fusione come con Gm. A confermare però che i recenti rialzi erano spinti da altri fattori, le azioni Fca hanno guadagnato anche ieri in misura consistente (oltre il 5% a 6,68 euro) tornando a valori che non vedevano da fine gennaio.

Fra i target 2018 confermati ieri c'è una posizione finanziaria attiva (rispetto all'attuale debito di 5 miliardi). Una mano in questo senso arriverà dalla rinegoziazione dei debiti Chrysler, che permetterà una maggiore flessibilità nella gestione dei fondi; «saremo sul mercato alla fine del primo trimestre», ovvero entro fine marzo, ha detto Marchionne il quale ha spiegato che l'eliminazione del cosiddetto ring fencing, i vincoli sulla liquidità Chrysler, permetterà un risparmio sugli oneri finanziari «che quest'anno dovrebbe essere di oltre 400 milioni». Quanto alle nuove tecnologie di cui qui al Salone molti concorrenti si vantano, dall'auto ibrida a quella autonoma, il numero uno di Fca non cambia idea: «Siamo in grado di fare tutto, e molte tecnologie si comprano dai fornitori. Ma hanno un prezzo». Un prezzo che può essere pagato da chi compra una Maserati, ma non dall'acquirente di una Panda. La morale? «Scapicollarsi per perdere soldi non è una buona strategia».

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