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Telecom, Vivendi sale al 23,8%

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Telecom, Vivendi sale al 23,8%

  • –Carlo Festa

Vivendi si rafforza ancora nel capitale di Telecom Italia. Come emerge dalle dichiarazioni alla Sec, il gruppo francese presieduto da Vincent Bollorè è salito al 23,80% del capitale dell’operatore italiano di telecomunicazioni, investendo altri 120 milioni di euro. Soltanto il 19 febbraio scorso Vivendi aveva annunciato di essere al 22,80%.

L’obiettivo, secondo quanto riferiscono fonti finanziarie, sarebbe ora puntare al 24,9% del gruppo telefonico, fermandosi cioè poco sotto la soglia del 25% che farebbe scattare l’Opa obbligatoria. Di sicuro, con questi ultimi shopping, intermediati da Mediobanca, l’azienda francese ha approfittato delle quotazioni contenute raggiunte dalle azioni di Telecom Italia, che ieri scambiava a 0,9290 euro. C’è infatti chi ritiene che, grazie all’evoluzione positiva di alcuni avvenimenti (come la cessione di Telecom Argentina a Fintech e la conclusione dell’asta su Inwit), il titolo Telecom possa ulteriormente recuperare terreno in Borsa: acquistare in questa fase potrebbe dunque essere conveniente per Vivendi che potrà ridurre il prezzo di carico del suo pacchetto.

C’è poi da segnalare che l’operazione potrebbe essere anche stata studiata per evitare una diluizione eccessiva di Vivendi a fine anno, quando ci sarà la conversione del bond convertendo di Telecom Italia.

Il tutto avviene comunque dopo che, nello scorso dicembre, il colosso multimediale transalpino ha proposto con successo la presenza di quattro suoi rappresentanti nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia.

Insomma, l’asse con l’ex-monopolista italiano sta diventando sempre più forte, smentendo l’opinione di chi (solo qualche mese fa) riteneva che la strategia francese fosse soltanto finanziaria e di breve durata. L’investimento in Telecom Italia, secondo il piano esposto dal gruppo presieduto da Vincent Bollorè, costituisce infatti un’opportunità per Vivendi di essere presente e svilupparsi in un mercato, come quello tricolore, che ha prospettive di crescita significative e in cui l’appetito per contenuti di qualità è molto forte.

Ma una strategia di questo tipo, probabilmente, potrà dirsi conclusa soltanto quando Vivendi si espanderà anche nel mercato italiano dei contenuti. Anche su qesto fronte, del resto, le indiscrezioni si sprecano. Malgrado il rincorrersi di voci e le smentite di rito, ormai da mesi si parla di un acquisto da parte di Vivendi di Mediaset Premium, una piattaforma che consentirebbe l’ingresso nel settore dei diritti tv della Champions League e del campionato italiano di Serie A.

E lo stesso gruppo presieduto da Vincent Bollorè starebbe trattando l’ingresso in Cattleya, nota società di produzione italiana. Del resto, l’unione di Tlc e produttori di contenuti corrisponde alla filosofia delineata dal ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine un mese fa. «Come dicono gli anglosassoni - aveva detto il manager - il contenuto è il re e la distribuzione è la regina».

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