Altra giornata di passione per Carige, che si ritrova addosso la maglia nera, tra le banche in piazza Affari. Il titolo ha perso il 7,81% attestandosi a 0,52 euro e lasciando sul campo, da giovedì scorso, quasi il 17,5%. Sull’istituto genovese pesa la draft decision della Bce, che ha chiesto a Carige di predisporre, in tempi stretti, un funding plan e un nuovo piano industriale.
Ieri, intanto, è emerso a sorpresa che le liste di candidati al prossimo cda di Carige (per l’assemblea che si tiene il 31 marzo) sono cinque (si sapeva di quattro). E la quinta è quella del socio francese Bpce, che controlla l’1,81% della banca genovese. In realtà, si tratta di un solo nome: Philippe Marie Michel Garsuault, già presente nel cda in uscita, retto da Cesare Castelbarco Albani (presidente) e Piero Luigi Montani (ad).
Per quanto riguarda Vittorio Malacalza, che detiene, in virtù del patto di sindacato con Fondazione Carige, oltre il 19,5% della banca, è noto che la sua lista contiene 14 nomi, con al primo posto Giuseppe Tesauro (presidente in pectore) e poi lo stesso Malacalza (vicepresidente), Luciano Pasquale (espresso dalla Fondazione) e Guido Bastianini (futuro ad). La lista 2 rappresenta il patto di sindacato stretto tra Gabriele Volpi, attraverso la società panamense Compania financiera Lonestar (con il 6,0009%) e l'’mprenditore Aldo Spinelli (con l’1,57%). Insieme controllano il 7,57% di Carige e hanno presentato una lista con 5 nomi: Caludio Calabi (presidente Risanamento spa), Alberto Mocchi (già direttore generale della Cassa di risparmio di Rimini), Sara Armella (avvocato ed ex presidente Fiera di Genova), Giuseppe Pontremoli (ad di San Rocco Immobiliare, già direttore generale della Marina Aeroporto Genova) Elena David (ad di Una spa, che controlla Una Hotel & resorts). La lista 3 è quella di Assogestioni con il 2,15% e tre nomi: Giulio Gallazzi (ex Ansaldo Sts), Mariella Tagliabue (commercialista milanese) e Massimo Desiderio (avvocato di Roma). La lista 4, con il 4,2% è quella del patto di sindacato tra Coop Liguria e le fondazioni De Mari-Cr Savona e Cr Carrara; i nomi sono due: Remo Checconi (Coop) e Antonello Tabbò (già sindaco di Albenga).
Con questi numeri di azioni, tenendo conto dei coefficienti delle quote rosa e ipotizzando che le liste siano votate solo dai voti che esprimono (lasciando fuori il flottante), Malcalza - spiega un esperto - si aggiudicherebbe 10 consiglieri. Mentre 3 andrebbero a Volpi-Spinelli, 1 a Coop-fondazioni e 1 ad Assogestioni. Bpce risulterebbe esclusa. Rimane però l’incognita del voto di Toscafund che controlla il 5,11% della banca genovese. Il fondo potrebbe scegliere di votare la lista di maggioranza ma anche una di quelle di minoranza, ad esempio quella di Assogestioni (che riunisce diversi altri fondi). In questo caso, Malacalza potrebbe perdere un posto in cda, scendendo a 9 consiglieri, Volpi-Spinelli resterebbero a 3 e Coop-fondazioni a 1, mentre Assogestioni avrebbe 2 membri.
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