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2/3 Terapia shock Bce / Si riduce la remunerazione dei risparmi

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    GLI EFFETTI

    Terapia shock Bce: cosa cambia per mutui, depositi e prestiti

    2/3 Terapia shock Bce / Si riduce la remunerazione dei risparmi

    Deposit facility. Si chiama così in gergo il tasso ufficiale sui depositi che indica la remunerazione che la Bce garantisce alle banche che parcheggiano nei suoi conti la liquidità in eccesso. Come il tasso ufficiale di riferimento condiziona i criteri di erogazione di mutui e prestiti così la deposit facility si riflette sul tasso a cui mediamente le banche remunerano i conti deposito. La decisione della Bce di portare questo tasso in territorio negativo a giugno del 2014 per tagliarlo più e più volte per portatandolo ieri a un nuovo minimo storico di -0,4% ha costretto le banche a ridurre significativamente i tassi sui conti deposito. Se non azzerarli come, secondo quanto scrivono gli analisti di Credit Suisse, è successo al 60% del totale dei depositi nelle banche europee.

    I tassi negativi sono un costo per le banche ma è difficile che le banche decidano di trasferire questo costo ai correntisti adottando tassi negativi sui conti deposito perché rischiano una fuga di depositi. Di certo è assai difficile che i correntisti possano vedere la remunerazione dei propri conti correnti salire in questo contesto. Gli istituti di credito tradizionali non offrono più tassi competitivi e oggi per trovare rendimenti interessanti bisogna scegliere altre strade. «Una - spiega Manfredi Urciuoli responsabile comunicazione di ConfrontaConti.it - è quella di affidarsi a istituti di credito poco solidi patrimonialmente che hanno attraversato periodi critici e cercano di raccogliere capitale attirando i clienti con rendimenti interessanti».

    Due nomi potrebbero ad esempio essere Banca Marche (uno degli istituti di credito messi in sicurezza con il decreto “salva-banche” varato dal governo lo scorso anno) e Monte Paschi, molto attiva in questo campo con la sua banca online Widiba. «L'altra alternativa è quella di rivolgersi quelle banche che hanno un modello di business meno tradizionale e più redditizio e che, per questa ragione, possono permettersi di offrire i tassi in genere più alti della media» prosegue Urcioli che cita i casi di Banca Ifis e di Ibl. La prima opera nel mercato delle sofferenze bancarie e l'altra è attiva nel business dei prestiti personali e della cessione del quinto.

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