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Ansaldo Sts, conclusa l'Opa Hitachi sale al 46,48%

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Riassetti

Ansaldo Sts, conclusa l'Opa Hitachi sale al 46,48%

ROMA - L'Opa di Hitachi su Ansaldo Sts si è conclusa ieri con adesioni totali pari solo al 6,416% del capitale, rispetto al 60% di capitale cui era rivolta. Il gruppo giapponese, già proprietario del 40,07% comprato da Finmeccanica, sale così al 46,482% di Sts, ma ha fallito l'obiettivo di arrivare almeno al 90% e poter togliere la società dalla Borsa. I fondi che hanno ingaggiato la guerra del prezzo dell'Opa (oggi al Tar) non hanno venduto le azioni. La battaglia per il controllo si sposta nel cda di Sts. L'a.d. Stefano Siragusa vuole dimettersi per divergenze con Hitachi.

La questione della guida di Ansaldo Sts dovrebbe emergere già nel cda di oggi. Il presidente Alistair Dormer, manager di Hitachi, lo ha convocato a Milano presso lo studio Chiomenti. Il cda deve esaminare il budget 2016 che è in linea con i risultati 2015, l'anno record del gruppo, e il piano 2016-2018 che prevede una crescita.

Il comitato nomine, presieduto dal consigliere Giulio Gallazzi, riferirà al cda sulla situazione e le varie opzioni. Siragusa, 40 anni, non condivide il piano di Hitachi che prevede l'inserimento di dirigenti del gruppo giapponese al posto di manager Ansaldo e lo spostamento di attività da Genova a Londra. Il cda ha riconosciuto a Siragusa la possibilità di lasciare dal prossimo 31 marzo, per giusta causa, con la buonuscita contrattuale, almeno due anni di stipendio. Decisioni ufficiali però non ci sono ancora state. Hitachi ha un candidato per la guida di Sts, è Andrew Barr, 43 anni, senior vicepresident di Hitachi Rail Europe, gestisce attività nella manutenzione in Gran Bretagna con giro d'affari di poche decine di milioni di euro l'anno. Ansaldo fattura oltre 1,3 miliardi. Barr è presidente della holding italiana con la quale Hitachi ha lanciato l'Opa. Prima del cda, oggi il comitato nomine verificherà anche le ipotesi di successione interna, incontrerà i senior manager Giuseppe Gaudiello e Christian Andi.

La situazione insomma rimane contrastata. È destinata a proseguire, almeno per alcuni mesi, la lotta per il controllo tra Hitachi e i fondi-azionisti, tra i quali Elliott di Paul Singer, che ha dichiarato una partecipazione del 15% circa ma, con i derivati, sarebbe vicino al 25% di Sts.

Alla prossima assemblea degli azionisti, è prevista il 3 maggio, ci sarà la conta dei voti. Hitachi ha detto che «si riserva di votare contro» il dividendo proposto dal cda (18 centesimi per azione) e ha per questo rialzato dello stesso importo il prezzo dell'Opa, che da 9,50 euro è salito a 9,68 euro per ogni azione. Decisione che non ha modificato l'esito dell'Opa, malgrado le adesioni nell'ultimo giorno di Banca d'Italia (aveva lo 0,7%) e Unicredit (0,5%). L'Opa, alla quale hanno aderito 12,833 milioni di azioni, è costata a Hitachi 124,2 milioni. Questa somma si aggiunge ai 761 milioni versati a Finmeccanica per il 40% (9,50 euro per azione).

Sts rimane in Borsa, ieri ha chiuso a 10,06 euro (-1,18%), sopra il prezzo di Opa. Hitachi potrà comprare azioni per arrotondare il suo pacchetto, ma per i prossimi sei mesi se dovesse pagare le azioni più del prezzo dell'Opa (cioè oltre 9,68 euro) dovrebbe retrocedere la stessa maggiorazione a tutti coloro che hanno aderito all'offerta.
Non è finita la battaglia sul prezzo. Il Tar del Lazio esamina oggi i ricorsi contro la delibera della Consob che, il 3 marzo, ha alzato il prezzo a 9,899 euro per azione accogliendo le istanze dei soci Amber e Bluebell Partners (che è anche advisor di Elliott). Secondo Consob c'è stata una “collusione” tra Finmeccanica e Hitachi per sopravvalutare Breda e sottovalutare Sts, deprimendo il prezzo dell'Opa. La decisione è stata impugnata da tutti, anche dai fondi che chiedono di più. Il Tar l'ha congelata in via provvisoria e oggi esamina la sospensiva, mentre per la decisione di merito occorreranno almeno 2-3 mesi.

Infine il cda valuterà la posizione del consigliere Alessandra Piccinino, che si è qualificata come “indipendente”. I tre consiglieri “indipendenti” eletti dai soci di minoranza, in una lettera a Dormer e alla Consob scritta da Giovanni Cavallini, avanzano invece il dubbio che Piccinino sia “vicina” ad Hitachi, a causa dei legami economici tra il marito (Giancarlo Scotti) e il consulente legale di Hitachi, Francesco Gianni. I due sono soci al 50% ciascuno nella Immobiliare Properties Italia Spa. Dormer non voleva discutere il caso ma, dopo una lettera della Consob al collegio sindacale di Sts, ha inserito la discussione tra le «varie ed eventuali».

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