Finanza & Mercati

Caltagirone, utile e ricavi in crescita

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Caltagirone, utile e ricavi in crescita

  • –Celestina Dominelli

ROMA

Sfruttando la spinta che arriva dalla controllata Cementir, trainata in particolare dalla positiva performance dei Paesi Scandinavi e dell’Estremo Oriente, il gruppo Caltagirone archivia il 2015 con un utile netto (inclusa la quota di pertinenza dei terzi) in crescita rispetto all’anno prima, a quota 85,3 milioni di euro (a fronte dei 65 milioni del 2014), di cui 44,9 milioni di euro risultano di competenza del gruppo (erano 37,4 milioni nel 2014). Salgono poi i ricavi operativi che si attestano a 1,35 miliardi, in rialzo dell’1% rispetto al 2014, e migliora anche il margine operativo lordo, che passa dai 196,5 milioni del 2014 ai 198 milioni dello scorso anno, mentre il risultato operativo è pari a 74,9 milioni - anche in questo caso con uno scostamento positivo rispetto al dato registrato nel 2014 (70,5 milioni di euro) -, al netto di ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per 123 milioni (di cui 22 milioni relativi al settore editoriale). Bene anche il risultato della gestione finanziaria, positivo per 28,3 milioni, a fronte del rosso di 872mila euro del 2014.

Cambia, poi, segno la posizione finanziaria netta del gruppo guidato da Francesco Gaetano Caltagirone che migliora di 95,8 milioni e passa da -74,6 milioni di euro al 31 dicembre 2014 a 21,3 milioni di euro. La variazione positiva, chiarisce la nota diffusa ieri dal gruppo capitolino a valle del cda che ha approvato i conti, è da ricondurre in particolare «al positivo flusso di cassa generato dall’attività operativa delle società operanti nel settore della produzione di cemento e delle costruzioni, nonché del risultato della cessione della partecipazione detenuta dalla controllata Vianini Lavori in Sat (Società Autostrada Tirrenica)», che è stata perfezionata agli inizi di settembre per un controvalore di 28,4 milioni di euro. Il patrimonio netto complessivo si attesta invece a 2,27 miliardi di euro, di cui 1,03 miliardi di competenza del gruppo (erano 969,1 milioni a fine 2014), a fronte dei 2,18 miliardi registrati l’anno prima.

Quanto al prossimo futuro, il gruppo - che ha proposto un dividendo di 0,05 euro per azione (invariato rispetto al 2015) - prevede, nel settore del cemento, una crescita dei volumi di vendita sia del cemento che del calcestruzzo, il miglioramento dell’operatività delle società attive nel trattamento dei rifiuti in Turchia e Regno Unito nonché una riduzione dei costi fissi oltre che efficienze sui costi dell’energia. Nei grandi lavori, si procederà, invece, da un alto, con la prosecuzione delle attività relative al portafoglio lavori esistente e, dall’altro, con il consolidamento sui mercati esteri. Mentre, nell’editoria, dove, chiarisce il gruppo, «la forte incertezza» non consente di formulare «previsioni puntuali per il breve periodo», la prossima tappa potrebbe essere un riassetto dell’intera area. «A seguito di un’accurata analisi organizzativa svolta con l’ausilio di consulenti esterni - si legge nel comunicato -, è emersa la necessità di ristrutturare il gruppo per aree “funzionali” superando l’organizzazione per aziende strutturalmente autonome ormai insostenibile».

Tornando, infine, a Cementir, ieri la società ha diffuso una nota per aggiornare il dossier Sacci. Era, infatti, in programma, presso il tribunale di Roma, l’udienza per sottoporre al voto dei creditori il piano concordatario dell’azienda che, come noto, include, l’offerta per l'acquisizione del relativo ramo d'azienda presentata dalla controllata Cementir Italia e già formalmente accettata da Sacci durante il cda del 10 marzo scorso. Il verdetto è stato aggiornato poiché si è deciso di consentire ai creditori di esprimere il proprio voto fino a 20 giorni dopo l’adunanza. Una volta incassata l’indicazione dei creditori, il piano concordatario dovrà essere poi ulteriormente soggetto all’omologazione da parte del tribunale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA