
Questa volta il governatore Haruhiko Kuroda ha lasciato perdere il “bazooka”: nonostante le recentissime nuove mosse espansive della Banca Centrale Europea, la Banca del Giappone ha chiuso la sua due giorni del comitato di politica monetaria senza varare nuove iniziative sostanziali.
Era del resto ampiamente atteso che la BoJ prendesse tempo per valutare gli effetti dell'introduzione, annunciata il 29 gennaio e resa effettiva il 16 febbraio scorso, di tassi negativi nel sistema finanziario, il che ha avuto finora una accoglienza poco favorevole sia sui mercati sia presso l'opinione pubblica.
L'istituto centrale ha confermato l'attuale politica gia' ultraespansiva, che prevede un aumento della base monetaria a un ritmo annuale di 80mila miliardi di yen. E ha lasciato invariato il tasso negativo di -0,1% su una parte minore delle riserve in eccesso parcheggiate dagli istituti finanziari presso la sua tesoreria. Due, pero', le novita'. La banca centrale ha deciso di esentare dai tassi negativi gli MRF (Money reserve funds): 90 miliardi di dollari in strumenti monetari a breve e a basso rischio ai quali sara' applicato un tasso zero da maggio, al fine di rendere piu' agevole il funzionamento del mercato monetario ed evitare che essi confluiscano nei depositi bancari. Questa esenzione era stata richiesta a gran voce dall'industria dei servizi finanziari tramite la Investment Trusts Association.
Inoltre la BoJ ha dato una valutazione leggermente meno favorevole dello stato di salute dell'economia giapponese: se pure a suo parere l'economia resta in un trend di moderata ripresa, viene riconosciuto il momento meno positivo per produzione e esportazioni, dovuto principalmente “agli effetti del rallentamento della crescita sui mercati emergenti”. Inoltre la BoJ riconosce che le aspettative di inflazione di recente appaiono in indebolimento. Vari investitori e analisti si attendono ora che la banca centrale nipponica prenda ulteriori misure espansive il mese prossimo.
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