Finanza & Mercati

Ansaldo, il Tar decide sulla sospensiva

  • Abbonati
  • Accedi
In primo piano

Ansaldo, il Tar decide sulla sospensiva

  • –Gianni Dragoni

ROMA

Ansaldo Sts alla ricerca di un nuovo amministratore delegato e di un assetto che ponga fine alla battaglia tra Hitachi e i fondi azionisti di minoranza. Questo il tema principale dopo la chiusura dell’Opa di Hitachi, che ha ottenuto solo il 6,42% del capitale (oltre al 40,06% già comprato da Finmeccanica) e quindi non ha il controllo totale della società ferroviaria.

Ieri il comitato nomine di Sts, composto da tre consiglieri «indipendenti», con voto unanime ha bocciato il candidato di Hitachi, Andrew Barr, per la guida di Sts al posto dell’a.d. Stefano Siragusa, intenzionato a dimettersi il 31 marzo per divergenze con il gruppo giapponese.

Il Tar del Lazio ha fissato al 17 maggio l’udienza per discutere nel merito la questione del «giusto prezzo» dell’Opa. Il Tar ha esaminato ieri, per la sospensiva, il ricorso di Hitachi contro il rialzo del prezzo da 9,50 a 9,899 euro per azione deciso da Consob, che su istanza di due soci (Amber e Bluebell) ha ravvisato una «collusione» tra Finmeccanica e Hitachi che avrebbe depresso il valore di Sts e danneggiato i soci di minoranza nell’Opa. L’aspettativa delle parti è che il Tar per ora confermi il congelamento del provvedimento Consob.

ROMA

La decisione del Tar sul prezzo dell’Opa potrebbe essere resa nota oggi. Già il 18 febbraio il Tar, con decreto del presidente del collegio, aveva congelato il rialzo deciso da Consob. Se il Tar dovesse confermare il congelamento, cioè sospendere l’aumento del prezzo deciso da Consob, la logica sarebbe di non pregiudicare i diritti patrimoniali di Hitachi (che in corsa ha alzato il prezzo di Opa a 9,68 euro, inglobando il dividendo proposto dal cda ai soci) in attesa della decisione di merito, che sarà presa dal Tar tra poco più di due mesi. Nella causa al Tar ci sono anche i ricorsi di Amber e quello, presentato nelle ultime ore, di Bluebell («non è mai arrivato», ha osservato al riguardo l’avvocato della Consob, Salvatore Providenti), che chiedono un aumento del prezzo di Opa più consistente, fino a 14-15 euro per azione.

Il prezzo di Sts in Borsa non si è sgonfiato nel primo giorno dopo la fine dell’Opa, ieri ha chiuso a 10,05 euro (-0,10%). Segno che i fondi non vogliono dare partita vinta a Hitachi. Con il 46,48% del capitale Hitachi non è in grado di controllare la società ex Finmeccanica. Una conferma c’è stata ieri quando all’interno del cda di Sts si è parlato delle candidature per la sostituzione dell’amministratore delegato, Stefano Siragusa, il quale intende lasciare il 31 marzo, per divergenze con Hitachi sul piano industriale. Siragusa avrebbe anche rigettato una proposta di un ritocco della busta paga.

Hitachi, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, ha individuato come nuovo a.d. un suo dirigente che si occupa di manutenzione di treni in Gran Bretagna, Andrew Barr. Ma il comitato nomine e remunerazione di Sts, composto dagli indipendenti Giulio Gallazzi (presidente), Alessandra Piccinino, Bruno Pavesi, all’unanimità ha bocciato Barr. Barr gestisce poche decine di milioni di euro di fatturato, il gruppo Sts è vicino a 1,4 miliardi di ricavi. Il comitato nomine ha raccomandato al cda di scegliere un interno, fra i due senior manager di Sts incontrati ieri, Giuseppe Gaudiello o Christian Andi. Il parere non è vincolante. Sarà il cda di Sts a decidere la nomina, dopo che Siragusa avrà formalizzato le dimissioni. Ma Hitachi non avrebbe la maggioranza per fare la nomina contro il parere dei cinque «indipendenti».

Alistair Dormer, il manager di Hitachi presidente di Sts, ha appreso con imbarazzo la notizia della bocciatura del suo candidato. Il cda Sts ha quindi approvato all’unanimità con otto voti (assente Karen Boswell) il budget, il piano triennale e le previsioni (“guidance”) sui conti 2016, in crescita rispetto al 2015: ordini tra 1.400 e 2.000 milioni (nel 2015 1.336 milioni), ricavi tra 1.350 e 1.450 milioni (1.384 milioni), utile operativo confermato pari a «circa 9,8%» dei ricavi, posizione finanziaria netta con cassa positiva tra 320 e 370 milioni (338,7 milioni).

Il cda ha discusso il caso dei requisiti di «indipendenza» di Alessandra Piccinino, che secondo i consiglieri indipendenti espressi dai fondi non sarebbe indipendente da Hitachi per i legami economici tra il marito e l’avvocato Francesco Gianni, consulente di Hitachi. Piccinino ha letto una nota dicendo che è «indipendente» e che sono insignificanti i rapporti economici tra il marito e l’avvocato Gianni (hanno una società immobiliare in comune). Gli altri «indipendenti» le hanno contestato di non aver informato il cda di questi rapporti. La seduta è finita con Piccinino in lacrime, la questione rimandata perché Dormer aveva l’aereo per Londra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA