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Decreto banche, sì alla facoltà di recesso dalla holding delle Bcc

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EMENDAMENTI IN COMMISSIONE

Decreto banche, sì alla facoltà di recesso dalla holding delle Bcc

Arriva il diritto di recesso per le Banche di credito cooperativo che, una volta entrate nella holding, decidessero in un secondo momento di uscire. Lo prevede un emendamento approvato in commissione Finanze della Camera. La scelta, ha spiegato il capogruppo Pd Michele Pelillo, è stata considerata «opportuna da un punto di vista costituzionale» perché altrimenti si creava «un involucro blindato un po' forte». In ogni caso, ha sottolineato, si tratta «di una via d'uscita strettissima» perché le alternative saranno «la liquidazione o la trasformazione in Spa, lasciando le riserve indivisibili» che andranno devolute ai fondi mutualistici. Per chi volesse uscire in un secondo momento, in sostanza, non sarebbe possibile usufruire della way out.

Un’altra novità introdotta in commissione riguarda la possibilità di creare sottogruppi territoriali facenti capo a una banca costituita in forma di Spa all'interno del gruppo bancario cooperativo.

Il vice ministro dell'Economia, Enrico Morando, ha spiegato che la soglia di un miliardo di patrimonio netto per la costituzione di una holding di credito cooperativo «certamente non ha carattere scientifico ma ha il carattere di favorire una aggregazione nel gruppo bancaria cooperativo che potenzialmente riguardi una grande quantità delle cooperative oggi esistenti, senza essere talmente grande da obbligare per legge a costituire un unico gruppo».

Morando è intervenuto anche sulla soglia dei 200 milioni fissata per consentire alle singole Bcc di approfittare della «way out». «Sono soltanto 14 - ha fatto rilevare - quelle che hanno un patrimonio netto superiore ai 200 milioni e che possono adire alla via d'uscita dall'ipotesi di un gruppo bancario grande, che deve essere grande».

«Abbiamo fatto una riflessione approfondita e strutturato un meccanismo rigoroso». Il relatore del decreto banche, Luigi Sanga (Pd), ha risposto così a chi gli chiedeva se l'imposta straordinaria del 20% potrebbe essere riconsiderata con una percentuale meno onerosa per le banche che decidono di avvalersi della via d'uscita rispetto alla grande holding. «Abbiamo stabilito ulteriori punti di mutualità delle cooperativeche detengono la partecipazione della Spa, deve proseguire l'attività mutualistica, per cui l'impianto va incontro ai suggerimenti che ci sono stati», ha puntualizzato il relatore.

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