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Snam studia lo spin off di Italgas e rinvia il piano strategico

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conti in crescita

Snam studia lo spin off di Italgas e rinvia il piano strategico

L'ipotesi, rilanciata nelle scorse settimane, di una fusione tra Italgas e F2i, sembra, almeno per il momento, tramontata. Con la Snam, che oggi ha diffuso i conti 2015, i migliori dal 2009 - quando la società guidata da Carlo Malacarne, allora ancora Snam Rete Gas rilevò, da Eni, il 100% di Italgas e Stogit - intenzionata a percorrere una strada diversa, quella di una scissione parziale e proporzionale della controllata. Quale sarà la strada prescelta, è ancora presto per dirlo. Di certo, c'è che la spa dei gasdotti ha scelto di agire in totale trasparenza rispetto al mercato, informandolo preventivamente della possibile direzione, concertata naturalmente con l'azionista di riferimento Cassa depositi e prestiti, e affidando a uno studio di fattibilità la declinazione dell'operazione. In virtù della quale, la società ha deciso altresì di rinviare la presentazione del piano strategico, inizialmente previsto per fine marzo, entro luglio, quando cioè tutti i tasselli saranno andati al loro posto.

La ratio dell'operazione è chiara. Snam vuole consolidare la propria presenza oltreconfine - dove, va ricordato, ha appena portato a termine l'acquisizione del 20% del gasdotto Tap (Trans Adriatic Pipeline) - e concentrarsi soprattutto sul suo core business, cioè sul trasporto e lo stoccaggio di gas, rispetto al quale la distribuzione, che è poi la mission della controllata, risulta non funzionale. Da qui, dunque, la decisione di puntare a diversa valorizzazione di Italgas, appena uscita dalle secche dell'amministrazione straordinaria disposta nei mesi scorsi dal tribunale di Palermo e revocata a luglio.

La società traccia quindi la rotta prossima futura. E lo fa, forte, come detto, di un bilancio mandato in archivio con un utile netto in crescita del 3,3%, a 1,24 miliardi di euro, grazie al combinato disposto tra gestione finanziaria in miglioramento (soprattutto per via della riduzione del costo medio del debito) e calo delle imposte (con il venir meno della Robin tax, dichiarata incostituzionale), con ricavi totali in salita del 2,3%, a 3,6 miliardi di euro, sospinti, in particolare, dal maggiore fatturato del regolato, e con un utile operativo adjusted in rialzo dello 0,9%, a 1,9 miliardi di euro (mentre l'utile netto adjusted segna una crescita del 12,2%, 1,21 miliardi di euro). Sale leggermente l'indebitamento che passa da 13,65 miliardi di euro di fine 2014 ai 13,77 miliardi dello scorso anno, ma lo scostamento è dovuto prevalentemente al pagamento della cedola agli azionisti perché la gestione operativa della società ha consentito a Snam di beneficiare di un flusso di cassa netto di 2,05 miliardi di euro, con il quale la spa dei gasdotti - che è decisa a proporre un dividendo 2015 da 0,25 euro, in linea con il 2014 - è riuscita a finanziare interamente i fabbisogni relativi agli investimenti tecnici e finanziari e a generare un free cash flow di 771 milioni di euro.

Soddisfatto l'ad Malacarne. «I risultati raggiunti nel 2015 confermano la solidità della nostra strategia di crescita per un sistema infrastrutturale sempre più efficiente e interconnesso, in grado di generare ulteriori benefici per il paese”. Il numero uno pone poi l'accento sugli obiettivi centrati sotto il profilo operativo. “Anche quest'anno abbiamo proseguito con successo il percorso illustrato nel piano strategico, potenziando le infrastrutture gas italiane e sviluppando progetti al servizio sia dell'integrazione delle reti europee sia della diversificazione degli approvvigionamenti tecnici per circa 1,3 miliardi di euro e l'acquisizione della partecipazione in Tap».

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