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Il Qatar inaugura la metro dei Mondiali 2022

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infrastrutture

Il Qatar inaugura la metro dei Mondiali 2022

La Coppa del Mondo in Qatar del 2022 è già iniziata. Con 6 anni di anticipo. Periferia Nord di Doha, accanto alla trafficatissima Losail Expressway, brulica l’enorme cantiere della Red Line North: sullo sfondo, dall’orizzonte di sabbia, si stagliano le sagome degli hotel extra-lusso Kempinski e St.Regis, grattacieli simbolo del boom economico del paese.

Si inaugura la prima metropolitana di Doha, 2,3 miliardi di dollari di sfida ingegneristica sotterranea: la Red Line North, 13 chilometri di tunnel separati nei due sensi di marcia che attraversano la capitale da sud, sobborgo di Mushaireb, a nord, Katara Village. Il tunnel viene consegnato oggi alla presenza di Abdullah Al Thani (fratello dell’emiro padre Hamad), il primo ministro del paese con più ricchezza (93mila dollari di reddito pro-capite, il più alto al mondo) che storia (fino al 1930 contava appena 30mila abitanti).

Con esibita prosopopea nazionale, la famiglia regnante Al Thani, un gruppo di origini tribali che governa, in stile dinastico, sulla penisola dal 1800, celebra la prima opera pubblica di Doha dei Mondiali: solo la parte dei tunnel, non ci sono treni in servizio e mancano le stazioni. Ma tanto basta per chiamare giornali e tv da mezzo mondo. Sui cartelli lungo la superstrada svetta la sigla Isg, il nome del consorzio . Ma quello che i cartelli non dicono è che dietro la faraonica opera (costruita in tempo record, appena 57 mesi, in anticipo di 3 mesi sul programma) c’è l’italiana Salini Impregilo, che ha vinto la gara della Qatar Rail.

In una capitale che già nei giorni normali è iper-congestionata e che dovrà ospitare (anche se solo per un mese circa) milioni di tifosi, il trasporto urbano è diventato un serio problema. Problema a cui l’emiro spera di ovviare con la costruzione di 3 linee di metropolitana. I cantieri stanno procedendo in contemporanea, ma la Red Line North è la linea più lunga, una parte sottoterra (con 7 stazioni) e altrettanto in superfice (che costruiscono ancora gli italiani, la Rizzani De Eccher). Doha è una città sorta dal nulla, in mezzo al deserto: la soluzione più semplice sarebbe stata una monorotaia sopraelevata, come a Dubai. Ma la famiglia Al-Thani ama le cose in grande stile: la metro (almeno nel tratto cittadino) è tutta sottoterra. Il motivo ufficiale è che gli è emiri non amano ponti (in effetti, non si vedono svincoli o cavalcavia a Doha). Questo, però, aumenta a dismisura i costi e le difficoltà ingegneristiche (scavare un tunnel nella sabbia a 20 metri di profondità, sotto il livello del mare, e con temperature proibitive): negli ultimi 3 anni, 4 gigantesche «talpe» hanno silenziosamente scavato, al ritmo di 13 metri al giorno, 800mila metri cubi di rocce sabbiose. Ora che i tunnel sono pronti, si passerà a costruire le stazioni anch’esse pensate in grande.

I Qatarini impazziscono per il calcio e per lo sport: il paese, in una strategia di diversificazione dal petrolio e pure per darsi un pedigree internazionale, ha puntato su una sua «vocazione» sportiva. Karma, o pura coincidenza del destino, a pochi chilometri a nord del cantiere, oggi Valentino Rossi e Jorge Lorenzo si daranno battaglia sul circuito di Losail: parte da Doha la nuova stagione Moto Gp. Appena due mesi fa, tra le sabbie di Doha si erano scontrati i campioni di tennis Novak Djokovic e Roger Federer negli Atp del Qatar. I Mondiali dovranno incoronare il Qatar come il paese sovrano dello sport. La metropolitana è essenziale per puntare allo scettro.