
Nuovo colpo di scena nella vicenda Bpm-Banco Popolare. È infatti ormai molto probabile, secondo quanto apprende Radiocor Plus da fonti finanziarie, che il cda del Banco slitti a mercoledì 23 marzo. La riunione del board era inizialmente prevista per domani pomeriggio, in contemporanea con il consiglio di gestione di Bpm, che risulta invece confermato. Lo slittamento, spiegano fonti finanziarie, è dovuto alla volontà dell'amministratore delegato Pier Francesco Saviotti di arrivare all'appuntamento col board, che dovrà decidere se proseguire o meno sulla strada della fusione con Bpm, non solo con previsioni e progetti, ma con decisioni importanti già prese, fatto per cui è risultato necessario prolungare il lavoro preparatorio fino a mercoledì.
Tra gli interventi allo studio per venire incontro alle condizioni poste dalla Bce per dare via libera alle nozze tra i due istituti, c'è un mix di `capital action´ del valore complessivo fino al miliardo di euro che, per una parte dell'importo totale, potrebbe includere un aumento di capitale. Proprio per questo, in particolare, si sarebbe scelto di rinviare il board, in modo da attendere per mercoledì il via libera della Bce al rafforzamento patrimoniale.
Resta invece fissato a domani il cdg Bpm, il cui esito più probabile sarà un mandato al consigliere delegato Giuseppe Castagna a verificare la fattibilità concreta della fusione. Non ancora un memorandum of understanding, ma comunque un passo concreto verso la definizione dell'operazione. La fusione tra Bpm e Banco, che negli ultimi giorni sembrava finita su un binario morto a causa dei “paletti” fissati dalla Bce e delle resistenze di parte del corpo sociale della Bpm, venerdì è stata infatti improvvisamente “resuscitata” dall'intervento a sorpresa del Governo.
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, con una dichiarazione preannunciata e condivisa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha sottolineato infatti di essere «informato della determinazione del management di Banca Popolare di Milano e Banco Popolare a procedere nell'operazione di fusione, con il soddisfacimento di tutti i requisiti indicati dalla Bce per il “via libera”». L'operazione, ha aggiunto Padoan, «viene recepita con favore da tutti gli stakeholder e dagli investitori». La mossa dell'esecutivo è coincisa con il passo indietro di Andrea C. Bonomi, indicato dalle indiscrezioni come possibile candidato alla presidenza del consiglio di sorveglianza di Bpm nell'assemblea del 30 aprile in caso di fallimento del matrimonio col Banco: Bonomi ha fatto sapere di non avere intenzione di esaminare il dossier Bpm prima della scelta definitiva dei cda sull'aggregazione col Banco, operazione con cui non intende interferire. Sabato, così, nel corso dell'assemblea che ha approvato il bilancio 2015, Saviotti si è potuto concedere un po' di ottimismo. «Se son rose fioriranno – ha detto il banchiere – io mi sento di dire che la fioritura dovrebbe arrivare e mi auguro anche in tempi ragionevolmente brevi».
In queste ore banche e advisor stanno lavorando, in particolare, sulla definizione delle proposte da mettere sul tavolo per soddisfare le richieste formalizzate mercoledì scorso dalla Bce, a partire dal fronte patrimoniale.
Sul tema, Francoforte ha evidenziato che, qualora fosse realizzata l'operazione, «la società risultante dalla fusione, che diverrebbe la terza banca del Paese, coerentemente con il ruolo che andrebbe a coprire nel mercato italiano, dovrebbe avere sin dall'inizio una forte posizione in termini di capitale e qualità degli asset, anche per il tramite di appropriate `capital action´». Le parti lavorano su un mix di azioni che, oltre al probabile aumento di capitale del Banco, includono la cessione di portafogli di non performing loans e la vendita di alcuni asset: secondo fonti di mercato sul fronte Bpm le possibilità sono l'uscita da Anima e (meno probabile) la quotazione in Borsa di Banca Akros. Quanto al Banco, si parla della vendita di una quota in Aletti Gestielle sgr, ma il mercato guarda con interesse anche ad Agos-Ducato.
In attesa degli appuntamenti decisivi, intanto, l'ottimismo sul futuro dell'operazione sembra aver contagiato anche la Borsa: a Piazza Affari i titoli del Banco hanno guidato i rialzi sul Ftse Mib con un +5,92 per cento. Bene anche Bpm, salita del 3,37 per cento.
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