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Telecom: tre nomi nella shortlist per il dopo Patuano, ma in pole…

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Il Comitato nomine

Telecom: tre nomi nella shortlist per il dopo Patuano, ma in pole position resta Cattaneo

Al comitato nomine di Telecom Italia che si è riunito giovedì per avviare l'iter per la scelta del nuovo ad, il presidente Giuseppe Recchi ha consegnato una rosa di tre nomi: l'attuale ad di Ntv Flavio Cattaneo, che resta di gran lunga il favorito; l'ad di Wind Maximo Ibarra che però non è disponibile perchè totalmente impegnato a condurre in porto l'aggregazione con 3 Italia che è designato a guidare; l'ex direttore generale della Rai Luigi Gubitosi. Cattaneo e Gubitosi hanno profili professionali simili: entrambi sono considerati attenti al lato dei costi, entrambi hanno avuto un'esperienza manageriale nell'emittente televisiva pubblica, ma Gubitosi in passato è stato anche ad di Wind e quindi ha fatto un passaggio nel mondo delle tlc, mentre Cattaneo, in compenso, con Terna ha fatto esperienza in una società infrastrutturale.

Sulla candidatura di Cattaneo, sostenuta da Mediobanca e gradita ai francesi che nei mesi scorsi hanno già incontrato i manager per il dopo Patuano, resterebbe solo una questione sul lato economico che però viene considerata risolvibile ricorrendo anche allo strumento delle stock option legate ai risultati.

Confermato l'intento di chiudere in tempi brevissimi. Già la settimana prossima una società di head hunting (si fa il nome di Korn Ferry) dovrebbe presentare la valutazione del profilo dei tre candidati al comitato nomine (presieduto da Davide Benello e partecipato da Luca Marzotto, Denise Kingsmill, Stéphane Roussel e Arnaud de Puyfontaine) che sceglierà il nome da portare, come raccomandazione non vincolante, al consiglio cui spetterà la decisione finale. Il tutto la settimana prossima, in modo da arrivare all'appuntamento dello strategy day, convocato a Venezia per il 12 aprile, con il nuovo ad già insediato. Se, come tutto lascia presupporre, si tratterà di Cattaneo non sarà necessario neppure il passaggio assembleare, dato che il manager siede già nel consiglio, in scadenza solo tra un anno con l'assemblea di bilancio.

Con l'insediamento del nuovo ad, andranno redistribuite le deleghe che, dopo le dimissioni di Marco Patuano, sono state assunte ad interim da Recchi. Il presidente dovrebbe mantenere le deleghe che aveva in precedenza e cioè relazioni istituzionali, comunicazione, legale e social responsability. L'unico dubbio riguarda il tema delle strategie, in capo finora all'amministratore delegato, ma con il presidente che ne aveva la supervisione. Una sorta di sovrapposizione, dunque, che potrebbe forse, in un modo e nell'altro, essere eliminata.

Il cambio al vertice di Telecom è nel segno della discontinuità sollecitata dal nuovo azionista di riferimento Vivendi, che si è da poco portato a ridosso della soglia dell'Opa col 24,9% (soglia che non ha intenzione di superare), e che il precedente ad Marco Patuano non avrebbe potuto assicurare senza smentire se stesso. Tre i punti sui quali si misurerà la discontinuità: un ulteriore taglio dei costi rispetto ai 600 milioni preventivati come base nel piano aziendale; la scelta sul posizionamento in Brasile con il probabile disimpegno se si riuscirà a valorizzare adeguatamente Tim Brasil; la convergenza tlc/contenuti che è nei desiderata di Vivendi.

La scelta di un manager che non proviene dal mondo delle tlc lascia comunque immaginare che Telecom debba ancora trovare un collocamento definitivo all'interno di un processo di consolidamento del settore che potrebbe presto prendere la strada delle aggregazioni a livello continentale: Orange e Telefonica (se si risolverà il problema della sovrapposizione in Brasile) sono i candidati più accreditati. Tutto starà a come Vivendi vorrà giocare la carta Telecom che si è trovata in mano proprio uscendo dal Brasile con la cessione di Gvt a Telefonica. Una partita che si intreccia con quella in corso sul fronte Mediaset per un'alleanza con Vivendi, cementata da scambi azionari, che coinvolge tra mercati: Francia, Italia e Spagna.

Da ultimo, ma non necessariamente si tratterà di un elemento di discontinuità, è da capire che fine farà il dossier Metroweb che, già sostanzialmente definito sul piano delle due aziende con il progetto di coprire con la fibra ottica quasi 250 città, coinvolge ora il livello dell'azionariato, visto che – ammesso che si vada avanti - resta da discutere la governance e l'ipotesi di uno scambio azionario a monte tra Telecom e gli azionisti di Metroweb, F2i e Fsi/Cdp.

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