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In cda il contro-piano sugli Npl

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In cda il contro-piano sugli Npl

Il nuovo corso di Banca Carige prenderà operativamente il via lunedì prossimo con la riunione del primo consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Tesauro (presidente) e Vittorio Malacalza (vicepresidente). Consiglio che, procederà subito a nominare l’ad di Carige, ossia Guido Bastianini.

Ma sul tavolo del board dell’istituto non ci saranno solo gli adempimenti di routine. Perché in caldo c’è l’avvio dell’analisi della proposta presentata (al vecchio cda) da Apollo capital management, il fondo Usa che si è offerto di acquistare i crediti deteriorati della banca e di sottoscrivere un aumento capitale di 550 milioni (riservato per 500 milioni), con il quale controllerebbe oltre il 50% dell’istituto.

Un’offerta che rumors finanziari assicurano fortemente sponsorizzata dalla Bce. E proprio su questo punto Malacalza (detentore, tramite Malacalza Investimenti, del 17,58% della banca, che sale al 19,5% grazie al patto di sindacato con Fondazione Carige), ieri, nel corso dell’assemblea, ha espresso il proprio pensiero attraverso la nota letta dall’avvocato Vincenzo Mariconda: «Non crediamo - ha detto quest’ultimo - che la Banca centrale europea si faccia sponsor della proposta di un fondo né che si intendano imporre soluzioni a un azionariato che si è dimostrato disponibile alle richieste» fatte in passato dalla vigilanza.

Malacalza ha respinto poi le ipotesi secondo cui la proposta di Apollo sarebbe contraria agli interessi del primo azionista di Carige: «Per quale motivo - ha chiosato Mariconda - l’acquisto di crediti in sofferenza dovrebbe essere in contrasto con gli interessi della Malacalza Investimenti? L’interesse della società non può che identificarsi con quello di tutti gli altri azionisti; l’obiettivo di Malacalza Investimenti resta quello del rilancio della banca».

E pur vero, però, che diversi azionisti hanno espresso un parere tutt’altro che positivo sull’offerta Apollo che, tra l’altro svaluta dell’80% il valore nominale dei non performing loans (npl) che vorrebbe acquistare.

Il patto di sindacato Gabriele Volpi-Aldo Spinelli, ad esempio, che ha tre persone in cda (Claudio Calabi, Alberto Mocchi e Sara Armella), ha interessi che «non coincidono con quelli della proposta del fondo». E lo stesso dicasi per altri azionisti che considerano non congruo il valore stabilito da Apollo per gli npl, in quanto Carige ha «sofferenze garantite ipotecariemente». Insomma, i soci temono che un ingresso del fondo possa ledere l’imprenditoria locale, che ha sempre molto puntato su Carige quale banca del territorio. Un concetto, questo del legame fra banca e territorio, tenuto in grande considerazione anche da Malacalza.

Logico, quindi, che si stia studiando un piano B rispetto alla proposta Apollo. Un progetto che sarà il nuovo cda a dover eventualmente stendere nei dettagli.

Un’opzione percorribile potrebbe essere quella di puntare, in tempi rapidi, a un’aggregazione con un’altra banca, dopo aver venduto gli npl a un prezzo più congruo di quello offerto da Apollo. Magari utilizzando le opportunità offerte dalla garanzia sulla cartolarizzazione della sofferenze (Gacs) messa a disposizione degli istituti di credito dal ministero dell’Economia e finanze e già vagliata positivamente dalla Commissione europea.

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