Crescita del fatturato e un attento taglio dei costi. Sono queste le due direttrici illustrate ieri nel corso del primo incontro tra il nuovo amministratore delegato di Telecom Italia, Flavio Cattaneo, affiancato dal presidente Giuseppe Recchi, e la prima linea dei manager di Telecom Italia. Un passaggio chiave in attesa del consiglio di amministrazione del gruppo telefonico, in agenda il 12 aprile, che servirà per l’insediamento ufficiale del manager. Fino ieri il board, che voci di mercato indicavano a rischio slittamenti, era confermato.
L’incontro del nuovo amministratore delegato di Telecom con i manager della prima linea della società è durato circa un’ora e mezza. Alla riunione che si è tenuta a Roma erano presenti tutti i direttori del gruppo, dal direttore finanziario Piergiorgio Peluso al capo della regolamentazione Cristoforo Morandini, al general counsel Antonio Cusimano e al ceo di Tim Brasil Rodrigo Abreu collegato in audioconferenza.
Il messaggio di Recchi e Cattaneo è stato molto chiaro: Telecom ha bisogno di tornare a crescere, sia in termini di fatturato che di margine operativo lordo dopo anni di continui cali.
I numeri, del resto, non giocano a favore del gruppo tlc. Basti pensare che nel 2015 la performance del fatturato di Telecom (-8,6%) è stata l’unica negativa fra i quattro grandi operatori di tlc europei, Orange, Telefonica e Deutsche Telekom.
Una delle leve attraverso cui attingere risorse da investire nella crescita, ha evidenziato Cattaneo nel corso della riunione, passa inevitabilmente dal recupero di efficienze, taglio degli sprechi ed eliminazione delle sovrapposizioni («guarderemo in ogni angolo» avrebbe dichiarato il capoazienda). Tanto che il manager si starebbe già muovendo in questa direzione. Una circolare interna della direzione finanziaria dettaglia infatti le nuove disposizioni transitorie in attesa della rivisitazione del piano di “cost transformation”: blocco di tutte le spese generali non essenziali (consulenze, eventi interni, trasferte non prioritarie), contingentamento del 20%-30% di alcuni costi commerciali, rinnovi di contratti con fornitori solo se vagliati e autorizzati. Quanto agli investimenti, in attesa di una revisione delle procedure del comitato investimenti che sarebbe già stata preannunciata, potranno essere approvati solo progetti atti a garantire la continuità del business, l’implementazione di progetti strategici e il raggiugimento degli obiettivi di piano.
Chiaramente si tratta di un punto di partenza, anche perché il target sul fronte dei costi fissato dal primo azionista francese di Telecom Italia, Vivendì con il 24,9% del capitale, è ambizioso: l’asticella è stata infatti posizionata su un miliardo di euro di tagli di costi. Per Cattaneo, dunque, la sfida sarà quella di centrare l’obiettivo senza però provocare ricadute pesanti sul personale. Da qui l’impressione che il manager cercherà le risorse anche attraverso altre vie, incluse le dismissioni. Immediato il riferimento alla controllata Tim Brasil, da tempo candidata a uscire dal perimetro del gruppo italiano. Il punto, tuttavia, è che ora la congiuntura economica nel Paese è assai complicata con il risultato che eventuali operazioni di valorizzazione potrebbero essere rischiose.
Un altro dossier caldo per il nuovo amministratore delegato sarà rappresentato dai rapporti con le autorità. Non a caso, durante l’incontro di ieri con i manager molta attenzione è stata posta alle tematiche regolatorie che il nuovo amministratore delegato si troverà ad affrontare, con l’obiettivo di ritrovare quell’equilibrio con le autorità di settore che negli ultimi anni si è deteriorato e che ha portato il gruppo a dover accantonare circa 500 milioni di euro per sanzioni e ricorsi.
A lui dunque il compito di ritrovare quella sintonia e quell’ebrilibrio con le Autorità che rappresenta un tassello chiave per un’azienda come Telecom Italia che opera in un business regolamentato.Infine, ma non per importanza, Cattaneo si troverà a dover gestire la partita televisiva. Il socio di riferimento Vivendi ufficializza oggi l’alleanza con Mediaset. Al momento tutti i protagonisti del grande accordo nel mondo delle pay-tv escludono riflessi su Telecom Italia. Ma è evidente che non si potrà non tenerne conto . In che misura si vedrà.
Ieri intanto in Borsa il titolo Telecom Italia ha lasciato sul terreno il 2,79% in linea con l’andamento debole dei listini.
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