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Volkswagen, il capo del Consiglio di fabbrica e il Ceo Diess alla resa dei…

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Volkswagen, il capo del Consiglio di fabbrica e il Ceo Diess alla resa dei conti

Per Volkswagen si prepara un altro lunedì di tensione. È infatti prevista la riunione del presidium del consiglio di sorveglianza, il comitato ristretto che racchiude i principali rappresentanti dei soci e dei lavoratori del gruppo. In quella sede dovrà essere risolta la recente polemica fra il potente capo del Consiglio di fabbrica, Bernd Osterloh, e il numero uno della marca Volkswagen, Herbert Diess.

In una lettera ai dipendenti Osterloh aveva scritto nei giorni scorsi di avere l'impressione che lo scandalo dieselgate «possa essere utilizzato per attuare tagli all'organico che fino a qualche mese fa non erano sul tavolo», e aveva accusato di «inaffidabilità» i top manager della marca Vw, al vertice del quale c'è Diess. Secondo «Der Spiegel» quest'ultimo, arrivato l'anno scorso a Wolfsburg dalla Bmw, avrebbe affrontato giovedì direttamente Osterloh, chiedendo se voleva che lasciasse l'azienda. La risposta del sindacalista sarebbe stata un «No». Secondo il settimanale tedesco anche le famiglie Porsche e Piëch, azioniste di maggioranza del gruppo con il 52% dei diritti di voto, sarebbero contrarie a un cambio e chiederebbero ai due contendenti «di lavorare insieme per gestire la possibile necessità di tagli all'organico». In passato più di un manager ha pagato il tentativo di ridurre i costi delle fabbriche tedesche di Vw e in particolare di quella di Wolfsburg, dove ha sede anche il quartier generale del gruppo.

Le prossime settimane saranno decisive per il gruppo, con tre scadenze ravvicinate: entro il 21 aprile dovrà essere concordata con le autorità Usa una soluzione per i veicoli con motori diesel truccati venduti negli Stati Uniti; nel frattempo potrebbe anche essere resa nota una versione provvisoria del rapporto sul dieselgate commissionato da Vw allo studio legale americano Jones Day. Il 28 aprile il gruppo annuncerà poi i risultati consolidati per il 2015, che dovranno comprendere una stima dei costi del dieselgate; in quell'occasione verranno annunciate anche l'entità del dividendo e quella dei bonus per i manager i quali - scrive la «Süddeutsche Zeitung» - non sarebbero disposti a rinunciarvi

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