L'aiuto più grande per Piazza Affari e per le banche italiane, quello che forse non ti aspetti, arriva dal «mercato», inteso come quell'insieme di forze che muove i listini globali e non un singolo settore o area geografica. Basta infatti osservare il rialzo del 10% di una Deutsche Bank o quello che sfiora l'11% di una Standard Chartered per capire che non è proprio Atlante a sostenere sulle proprie spalle il maxi-rimbalzo delle Mps, UniCredit o Intesa di casa nostra. E non è poi così schizofrenica come a prima vista appare la reazione di quegli investitori che un giorno sotterrano i titoli bancari italiani e quello successivo li sottraggono di nuovo dalla polvere.
La tregua di ieri serve però semplicemente a guadagnare tempo, a sciogliere quei dubbi sull'efficacia del nuovo strumento proteggi-banche che il mercato aveva messo alla luce del sole lunedì scorso e che non possono essere stati messi alle spalle in sole 24 ore. Del resto proprio ieri l'agenzia Fitch ha messo in guardia sulle possibili implicazioni negative sui rating delle due big italiane qualora dovessero continuare a dare sostegno al resto del settore finanziario come previsto da Atlante.
E lo stesso Fondo monetario internazionale ha sì da un lato dato il benvenuto al Piano, definendolo «un passo nella giusta direzione», ma dall'altro non ha mancato di sottolineare nel Global Financial Stability Report diffuso ieri le criticità ancora evidenti nel nostro Paese. Se le banche italiane valgono in Borsa in media poco più della metà del proprio patrimonio (il 43% se si escludono UniCredit e Intesa) è proprio per il cappio delle sofferenze, che da noi valgono oltre l'11% degli asset come in nessuna altra economia avanzata. Quella pazienza che il mercato ha mostrato ieri grazie soprattutto - non va dimenticato - ai dati finalmente positivi sull'export cinese, al recupero del dollaro e anche alla trimestrale meno negativa delle attese di JpMorgan non sarà certo infinita ed è un patrimonio da non sperperare: accelerando sul doppio binario di Atlante e della normativa sul recupero crediti.
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