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La sfida a Netflix parte sul mobile

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La sfida a Netflix parte sul mobile

Il progetto è avveniristico, nel senso che non ci sono precedenti a livello globale. La scommessa di Vivendi sono mini-serie da una decina di minuti da veicolare esclusivamente sugli smartphone per raggiungere un mercato potenziale di 600 milioni di clienti, dal Sudamerica, a tutta l’Europa fino ad arrivare alla Russia e all'Asia. Vivendi sta lavorando a una sessantina di serie tv da trasmettere in sei lingue differenti: francese, italiano, spagnolo, portoghese, inglese e russo. In assemblea il presidente Vincent Bolloré ha annunciato che l'America latina sarà coperta grazie a una collaborazione con Telefonica. Vivendi sta trattando però anche partnership con altri operatori di tlc e tra questi il ceo Arnaud de Puyfontaine ha citato Vimpelcom: tra l'altro il 33% di Telenor nella compagnia di Mikhail Fridman è ufficialmente in vendita. In questo progetto Telecom Italia è coinvolta solo per il mercato domestico, mentre è rimasta fuori Tim Brasil. Nel continente sudamericano Vivendi, pur essendo azionista di riferimento dell’incumbent tricolore, ha privilegiato infatti la collaborazione con Telefonica, nella quale detiene una quota di poco inferiore all'1%.

«Il Sudamerica è più grande del solo Brasile», ha osservato De Puyfontaine. E nel resto del Sudamerica Telecom Italia non ha più una presenza, escendo uscita recentemente anche dall'Argentina. Insomma, mentre la novità è che Vivendi sta iniziando a costruire il suo percorso per diventare il “concorrente europeo” di Netflix, il ruolo che in questo scenario dovrebbe avere Telecom Italia non è ancora chiaro. Diversi analisti ritengono che la media company transalpina, che si è ritrovata un po' per caso la carta Telecom per le mani, possa giocarla sullo scacchiere del consolidamento del settore a livello transnazionale per sostenere i suoi disegni. La rotta punta a Sud, è stato ribadito dal vertice di Vivendi in assemblea, con Francia, Spagna e Italia e a seguire l'Africa. L'incumbent transalpino Orange non sembra essere in cima alla lista. «Ci stanno molto simpatici, facciamo già molte cose con loro, è un partner in termini di distribuzione, ma è comunque evidente che il nostro progetto su Telecom Italia è al di fuori di qualsiasi aspetto delle nostre relazioni con Orange», ha detto il ceo di Vivendi.

Piuttosto è Telefonica che potrebbe ancora essere in gioco: nonostante Cesar Alierta abbia rimesso la carica di presidente, è rimasto nel board e ha passato il testimone al suo delfino José Maria Alvarez Pallete. Era stata proprio la contemporanea presenza in Brasile delle due compagnie europee a imporre l’uscita degli spagnoli dall’incumbent tricolore, a maggior ragione dopo l'acquisto da Vivendi di Gvt da parte di Telefonica che l'aveva aveva spuntata su Telecom offrendo un prezzo molto generoso.

Ora il Brasile per Telecom resta un «tema», ha ammesso De Puyfontaine, che ha osservato come nel Paese sudamericano la situazione sia «complessa». «Come componente del board ho avuto il grande piacere di dare il benvenuto al nuovo ad Flavio Cattaneo che lavora insieme al presidente esecutivo Giuseppe Recchi: mi aspetto nelle prossime settimane un piano su quello che faremo in Brasile». Ma, appunto, senza contare sulle mini-serie video prodotte da Vivendi per il mobile che, in Sudamerica, saranno offerti da Telefonica. In Italia Telecom ha invece l'esclusiva per la distribuzione dei nuovi video che dovrebbero essere disponibili sul mercato a partire da settembre.

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