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Volkswagen: «I costi del dieselgate sono coperti, al via alleanze…

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dopo i RISULTATI 2015

Volkswagen: «I costi del dieselgate sono coperti, al via alleanze hi-tech»

Wolfsburg - Volkswagen è aperta ad alleanze e joint-venture nei temi del futuro dell'auto, dalla digitalizzazione ai servizi di mobilità”. Il numero uno del gruppo tedesco, Matthias Müller, guarda avanti per riportare Vw sul sentiero della crescita dopo il dieselgate; il 2016 - ha detto in occasione della conferenza stampa sui risultati 2015 - resterà comunque “un anno di transizione”.

Per quanto riguarda il dieselgate - lo scandalo che ha occupato le pagine dei giornali e il tempo dei top manager Vw negli ultimi sette mesi - l'azienda ha detto che l'accantonamento di 16,2 miliardi di euro per i potenziali costi, accantonamento che ha portato alla perdita più alta della storia del gruppo (1,4 miliardi di euro), ha coperto “tutte le conseguenze note o attualmente prevedibili” della vicenda. Il dettaglio degli accantonamenti comprende un onere di 7,8 miliardi per i richiami e le riparazioni agli oltre 11 milioni di veicoli con motori diesel interessati; ad essi si aggiungono 7 miliardi di euro a copertura di “rischi legali in tutto il mondo”. Se i costi dovessero effettivamente limitarsi a questi, l'onere per il gruppo si collocherebbe nella parte bassa delle stime degli analisti.
Poche le informazioni in aggiunta a quelle finora diffuse: più volte i manager si sono trincerati dietro la delicatezza dei negoziati ancora in corso con le autorità americane. Per quanto riguarda le riparazioni delle auto interessate in Europa, quelle delle Golf inizieranno “la settimana prossima” dopo il via libera appena arrivato dalla Kba, la Motorizzazione tedesca; per quanto riguarda invece la Passat, Vw sta ancora lavorando alla soluzione tecnica. Müller ha comunque messo in chiaro che “il diesel mantiene per noi un grosso ruolo strategico”.

Dal punto di vista operativo lo scandalo ha colpito soprattutto la marca Volkswagen, che ha chiuso in rosso il 4^ trimestre 2015 per 127 milioni di euro. Il responsabile della marca Herbert Diess ha detto che “una nuova fase di crescita potrà iniziare dal 2017” e che, a dispetto di una reputazione intaccata dal deselgate, “gli Usa sono per noi il mercato con il maggior potenziale di crescita a dieci anni”. Diess ha anche promesso un miglioramento dell'efficienza di oltre il 10% in alcuni stabilimenti già quest'anno.

Per quanto riguarda le nuove attività di servizi, che di qui al 2025 dovranno fornire “una parte consistente” del fatturato, verrà costituita in tempi brevi una società separata all'interno del gruppo, per sviluppare le attività “con un focus imprenditoriale e la necessaria agilità”. Müller ha citato un paio di iniziative già in corso con l'azienda americana Pivotal e con la Singularity University. Un ruolo importante avrà anche lo sviluppo della gamma di veicoli elettrici e ibridi, con 20 nuovi modelli entro il 2020.

Sul piano finanziario i numeri del 2015 sono quelli noti: calo delle consegne da 10,1 a 9,9 milioni di veicoli. utile operativo pre-accantonamenti di 12,8 miliardi di euro, praticamente invariato rispetto al 2014, su un fatturato di 213,3 miliardi (+5,4%). Il contributo delle joint venture cinesi è rimasto invariato a 5,2 miliardi di euro. Confermato anche il dividendo, sia pure drasticamente ridotto rispetto all'anno precedente: 0,17 euro per azione privilegiata. Il 2016 è partito bene per Vw, con il gruppo che ha recuperato la leadership mondiale sorpassando Toyota grazie a un incremento dello 0,8% delle consegne. Particolarmente positivo l'andamento in Cina: “L'inizio di anno migliore da oltre 30 anni”.

Il direttore finanziario Frank Witter ha confermato che nei mesi scorsi l'accesso ai mercati finanziari era di fatto bloccato per effetto del dieselgate. Vw ha comunque potuto contare su una liquidità solida del settore auto, salita a 24 miliardi di euro a fine dicembre (il grosso degli accantonamenti per lo scandalo non si è ancora tradotto in uscite di cassa).

Complessivamente, ai 12 membri del board sono andati 63,2 milioni di euro. Müller - diventato amministratore delegato a fine settembre - ne ha guadagnati 4,7 milioni, un terzo di quanto era andato l'anno precedente a Martin Winterkorn; quest'ultimo ha ricevuto comunque 7,3 milioni di euro. Il 30% dei compensi variabili 2015 di tutti i manager è stato “congelato” per tre anni e verrà pagato solo se il valore delle azioni privilegiate sarà cresciuto di almeno il 25% a fine periodo.

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