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Cdp, verso il ricambio alla guida della Sace

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Cdp, verso il ricambio alla guida della Sace

L’unica certezza, per il momento, è che la prossima tappa scatterà prima del 31 maggio. Entro quella data, infatti, il presidente della Sace, l’ex ambasciatore Giovanni Castellaneta, dovrà riconvocare l’assemblea dei soci che, venerdì scorso, si è chiusa approvando il bilancio 2015 e una cedola di 310 milioni alla Cassa, ma senza rinnovare gli organi sociali.

Per il passaggio di testimone, dunque, servirà un altro round. L’orientamento emerso finora, a giudicare dalle voci ricorrenti nelle ultime settimane, sarebbe quello di puntare a una discontinuità con gli attuali vertici, il presidente Castellaneta e l’amministratore delegato, Alessandro Castellano. Artefice, quest’ultimo, prima da direttore generale con la responsabilità per lo sviluppo del business, e, poi, dal 2007 come ad, della trasformazione della Sace da ente pubblico in spa e del suo attuale modello di business che l’ha portata a essere, tra le società di credito all’esportazione, una best practice di mercato, in grado di distribuire all’azionista Cdp, dal 2012 a oggi, oltre 2,8 miliardi di euro tra cedole e riduzione di capitale.

Si va, quindi, verso un ricambio alla guida della società, il cui futuro, definito nell’ultimo piano industriale di Cdp - che prevede l’integrazione tra Sace, Simest e l’export della Cassa, ma sotto il cappello della spa di Via Goito - sembrerebbe imbrigliare in qualche modo l’autonomia di cui finora ha goduto la controllata, nonché decretare l’addio definitivo al progetto della quotazione, portato avanti da Castellano (che aveva anche lavorato alla trasformazione della società in banca, piano poi stoppato dal precedente management della Cassa).

Difficile, però, tracciare un identikit del nuovo numero uno. I nomi, autocandidature incluse, non mancano di certo come sempre accade in questi casi. Ma una quadratura del cerchio ancora non c’è. Sembrerebbe, invece, chiusa la partita in Fincantieri, dove alla presidenza, salvo colpi di scena dell’ultima ora, dovrebbe arrivare Giampiero Massolo, diplomatico di lungo corso, già segretario generale della Farnesina ed ex capo del Dis (il dipartimento delle informazioni per la sicurezza), il cui profilo internazionale risulterebbe perfettamente complementare a quello di Giuseppe Bono, ad di Fincantieri e avviato verso un nuovo mandato (è al timone dal 2002), uomo di business che conosce a menadito il gruppo. L’esperienza e la rete di relazioni di Massolo potrebbero rappresentare un asso nella manica importante per Fincantieri, soprattutto nel segmento militare e nell’ulteriore sviluppo oltreconfine, a partire dagli Usa dove il gruppo punta a crescere ancora.

Tra le caselle da riempire, c’è poi quella di Ansaldo Energia. I vertici di Cdp, nell’ultima assise dei soci, hanno optato per una conferma “a tempo” del presidente Umberto della Sala e dell’ad Giuseppe Zampini, destinato però a prendere il posto del primo. E la caccia al nuovo capo azienda è già partita.