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Sfuma il matrimonio miliardario tra Halliburton e Baker Hughes

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Sfuma il matrimonio miliardario tra Halliburton e Baker Hughes

Hanno cercato per più di un anno di completare una fusione da 28 miliardi di dollari. Ma alla fine l’opposizione delle autorità antitrust, negli Stati Uniti e in Europa, è stata insuperabile: Halliburton e Baker Hughes, nomi storici dei servizi petroliferi e oggi seconda e terza società del settore alle spalle di Schlumberger, hanno rinunciato. Halliburton pagherà entro mercoledì la penale da 3,5 miliardi prevista per il fallimento dell’operazione a Baker Hughes, che ha subito annunciato come impiegherà i fondi: 1,5 miliardi per il riacquisto di azioni, 1 miliardo per ridurre il debito.

Baker Hughes, i cui natali risalgono al padre del magnate dell’aeronautica e di Hollywood Howard Hughes, ha fatto scattare anche nuove riorganizzazioni rimaste congelate in vista dell’acquisizione da parte della rivale: taglierà costi per un altro mezzo miliardo. Ulteriori risparmi e ripensamenti delle attività verranno prese in considerazione, comprese riduzioni de personale. Halliburton aveva già eliminato 6mila posti di lavoro nel primo trimestre.

Il merger voleva essere una risposta alla crisi del greggio. Ma le due aziende si sono scontrate con le Authorities fin dal varo dell’intesa nel 2014. Proposte di dismissioni per 6-7 miliardi non hanno ammorbidito l’opposizione su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il mese scorso, anzi, il Dipartimento della Giustizia Usa è ricorso in tribunale per bloccare la fusione, denunciando che avrebbe danneggiato la concorrenza in 20 segmenti di prodotto, dando vita a un duopolio globale (con Schlumberger) nei servizi all’industria petrolifera. «È una vittoria per l’economia americana», ha commentato il Procuratore generale degli Stati Uniti Loretta Lynch.

Halliburton e Baker Hughes, entrambe di Houston in Texas, sono specializzate nell’offrire servizi di esplorazione, trivellazione e fratturazione idraulica (il fracking) ai produttori di petrolio e gas naturale. Questo comparto ha risentito duramente del crollo delle quotazioni, che ha indotto a un drastico taglio dei costi e degli investimenti. L’ondata di acquisizioni che molti si erano aspettati non è tuttavia arrivata, almeno per ora. Il 2015 è stato anzi l’anno più debole per i merger petroliferi in oltre un decennio, con sole 14 operazioni superiori al miliardo. Halliburton ora è una nuova vittima dei mancati deal: l’amministratore delegato Dave Lesar ha apertamente attribuito il fiasco proprio alla combinazione tra «le difficoltà nell’ottenere l’approvazione e le condizioni generali del settore».

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